Decimo anniversario per il Centro di Fotografia Indipendente, pronto a lanciare una serie di iniziative volte a promuovere l’arte visiva. In esposizione i lavori degli allievi che hanno partecipato al corso annuale della classe 22/23 con l’inaugurazione di «La mia Prima». Undici autori che hanno sperimentato tecniche e messo in discussione se stessi per approdare a progetti intimi a tratti sofferti, storie di lutti amorosi, malattia e traumi del passato. Hanno affrontato il fotoreportage, mixed media, fotografia analogica, sviluppo e stampa in camera oscura. Una ricerca artistica realizzata con i docenti Mario Spada, Biagio Ippolito, Luca Anzani, Angelo Raffaele Turetta, Massimo Velo, Salvatore Pastore, Roberta Fuorvia, Guglielmo Verrienti, Marco Spatuzza, Giuseppe Riccardi e Mariagiovanna Capone, gli allievi hanno portato avanti un percorso approfondito nella fotografia durato un anno, ciascuno con propria conoscenza tecnica e bagaglio culturale. Centro di Fotografia Indipendente
L’opening è anche l’occasione per festeggiare dieci anni del Centro di Fotografia Indipendente. Uno spazio culturale che accoglie professionisti e amatori di un’arte che a Napoli è più viva e vitale che mai. Una comunità in continuo fermento artistico capace di mettere in luce talenti. Con questo importante traguardo, CFI conferma l’impegno per la promozione della fotografia presentando la pubblicazione «Decade CFI» con i lavori degli allievi che si sono avvicendati in questi dieci anni, e annuncia la nascita di una casa editrice che si occuperà di monografie fotografiche.
Vernissage e presentazione avverranno giovedì 12 ottobre alle 19, durante il quale il CFI proporrà l’Open Day che permetterà di usufruire di uno sconto di 100 euro sul corso annuale di fotografia analogica e digitale dell’anno accademico 2022/2023. La mostra «La mia Prima» sarà visitabile fino al 26 ottobre ed è a ingresso gratuito.
Espongono:
- Roberto Castrovinci – S.
- Giovanna Cerullo - HD 140283*
- Ilenia Iasevoli - Le stanze del ri-conoscimento
- Giulia Napoleone - Attesa
- Paola Piscitelli - Dance me to the end of love
- Romina Russo - Solo Fiori
- Victor Russo - 3\Tre
- Irene Santoro - L’ultimo passo
- Ernestina Scalfari - Faceless
- Michele Tonziello - ThisHarmonic
- Helga Trimarchi - Fucksimile
I LAVORI
«S.» è il progetto autobiografico di Roberto Castrovinci che ha affrontato il tema della crescita personale scandita dai ritmi lenti della provincia e da una relazione, fissati sulla pellicola della fotocamera analogica che ha sviluppato in camera oscura.
Giovanna Cerullo con «HD 140283*», realizzato sia in digitale che analogico, ci accompagna nel profondo dei suoi pensieri arrivando a evocare visivamente le sue cellule in cui si insinuano ossessioni, paure, timori pronti a esplodere come la galassia primordiale, poi disgregata e risucchiata dalla nostra Via Lattea, omaggiata nel titolo.
Ancora un lavoro autobiografico per la giovanissima Ilenia Iasevoli con «Le stanze del ri-conoscimento» che ha esorcizzato con la fotografia la paura per l’evoluzione della sclerosi multipla, malattia cronica e autoimmune che fa parte della sua quotidianità da 8 anni.
Atmosfere evocative e oniriche per Giulia Napoleone che con «Attesa», totalmente realizzato in analogico e sviluppato in camera oscura, poetizza il rapporto con la terra vulcanica capace di lenire le ferite dell’anima.
Il lutto amoroso e l’alfabeto dei sentimenti di Roland Barthes sono il solco lungo il quale si incammina Paola Piscitelli in «Dance me to the end of love» muovendosi con i ritmi lenti e meditativi imposti dalla fotocamera analogica, e lo sviluppo e la stampa in camera oscura.
Romina Russo con «Solo Fiori» ci racconta la sua ricerca della bellezza attraverso la natura mentre Victor Russo nel fotoreportage «3\Tre» mostra quel rapporto d’amore immutabile tra i napoletani, Maradona e il calcio.
Il passaggio alla vita adulta nel lavoro autobiografico di Irene Santoro che con «L’ultimo passo» ci racconta quello che accade in una quinta superiore prima dell’esame di Maturità.
Ernestina Scalfari con il lavoro mixed media «Faceless» affronta gli stereotipi sugli immigrati, anonimi secondo alcune narrazioni, ridandogli dignità e identità, mentre la ricerca di sé stessi è il viaggio fotografico di Michele Tonziello con «ThisHarmonic» che si realizza attraverso il dualismo uomo/donna.
Helga Trimarchi, infine, con il progetto «Fucksimile» realizzato con fotocamera analogica e sviluppato e stampato da lei in camera oscura, affronta l’impossibilità di controllare il tempo declinando la stessa immagine all’infinito.
Un Centro aperto all’innovazione
Il Centro di Fotografia Indipendente eÌ€ un’officina creativa, nata a Napoli nel 2013 dall’incontro dei tre fotografi Mario Spada, Biagio Ippolito e Luca Anzani con l’intento di sostenere, diffondere e sviluppare la cultura fotografica. Seppur profondamente radicato nel tessuto culturale partenopeo, il CFI si apre all’innovazione proponendosi come luogo di condivisione e confronto di sguardi, nell’intento di percorrere nuove strade volte alla comprensione della realtaÌ€ in cui viviamo. Accanto all’attivitaÌ€ di formazione, che costituisce il suo nucleo fondante, ha realizzato, negli ultimi anni, seminari aperti al pubblico e collaborazioni con i piuÌ€ importanti maestri e operatori della fotografia italiana. Ha sede in piazza Guglielmo Pepe, posizionata tra piazza Mercato, piazza Garibaldi e il Porto. Punto di intersezione tra una Napoli connessa alle tradizioni e quella proiettata verso nuove e più dinamiche visioni. Un quartiere che ieri come oggi rappresenta il fulcro del melting pot mediterraneo, dove si mescolano culture diverse pronte a creare innovazione.
© Romina Russo
© Paola Piscitelli© Irene santoro
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