Vincenzo Oliviero nella sua piccola vigna, Azienda Fuocomuorto (Foto Sara Marte)
CONSIDERAZIONI E PROSPETTIVE ESPRESSE IL 27 dicembre 2013 SUL SITO
di Vincenzo Oliviero*
HO INIZIATO QUESTA fantastica AVVENTURA nel mondo del vino dopo una
vacanza di fine anno 2003 sulle colline chiantigiane tra meravigliosi
paesaggi e lunghi filari di vigneti e visita a stupende cantine.
Sono stato folgorato da questi posti , poi mia moglie ha fatto il
resto, facendomi notare che la nostra cantina, all’epoca era una grotta
naturale che se opportunamente recuperata non avrebbe avuto niente da
invidiare a quelle cantine toscane che avevamo visitato.
E così fu.
Nel 2004, impiantammo il primo vigneto di caprettone e piedi rosso ,
nel 2005 iniziammo i lavori di scavo della grotta/cantina, nel 2007
sistemammo il locale di vinificazione ed a fine 2007 la prima
vinificazione del LACRYMA CHRISTI DEL VESUVIO.
In pratica ho iniziato questa attività appena all’inizio del periodo
di crisi economica che ha sconvolto la vita di molte persone, negli
ultimi 6/7 anni, compresa la mia,
avendo perso nel 2009 la carica di
Direttore generale del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala
campana dop.
SONO PASSATI 6 ANNI, NON SONO affatto pentito della strada che ho
intrapreso. I risultati già ci sono e sono certo che miglioreranno
ancora nei prossimi anni.
Basta crederci.
Ho pagato nei primi tre anni lo scotto dell’inesperienza nel settore,
con rimanenze di vino, soprattutto bianco, che i ristoratori e gli
enotecari già febbraio/marzo non comprano più perché aspettano di
acquistare la nuova annata e, tu sei costretto a svendere al prezzo di
costo.
Anche su questo aspetto credo che ci vorrebbe un po’ di informazioni
e conoscenza in più da parte di chi acquista i nostri vini bianchi
perché non credo che tutti i bianchi devono essere necessariamente di
annata.
Non avendo alternative, cosa ho fatto?
Ho ridotto la quantità delle bottiglie alla sola produzione di uve
aziendali e ho aumentato il prezzo della singola bottiglia di 0.50/1 €
Risultato: sono tre anni che per Capodanno finisco il vino.
Per me questa è la strada , poche bottiglie, uve realmente coltivate sul Vesuvio e soprattutto qualità.
Se diamo uno sguardo all’universo mondo del vino del Vesuvio, notiamo
che ci sono delle eccellenze incredibili, sia piccole, sia medie che
grandi cantine che valorizzano nel migliore dei modi questo vino.
Senza fare nomi chi è del settore sa di chi parlo.
Purtroppo c’è anche l’altra faccia della medaglia e mi riferisco ad
un numero cospicuo di cantine, pseudo cantine e pseudo imbottigliatori
che mettono in vendita sotto il nome di Lacryma christi del Vesuvio doc
dei liquidi più o meno colorati difficile da interpretare.
Questi vini te li ritrovi dappertutto e nei posti più impensabili, non
solo sulle bancarelle del Vesuvio o negli scavi di Pompei, ma a Capri ,
Sorrento, non parliamo poi di Ischia.
Io ho provato a comprarli ed ad assaggiarli. Fatto salvo un caso il resto No comment sulla qualità.
Proviamo ad immaginare che un turista compra queste bottiglie di
Lacryma Christi in uno di questi posti e quando ritorna a casa la apre
la bottiglia per gustarla, magari in compagnia di qualche amico per
raccontare la sua visita in CAMPANIA.
Che figura ci facciamo, che
pubblicità negativa che si genera, vendendo queste “ciofeche di vino”
che riportano un nome così prestigioso. Provate a calcolare il danno di
immagine che ciò produce, avvalorando sempre di più il luogo comune
che chi viene in Campania/Napoli, in qualche modo un “PACCO” lo deve
pur sempre portare a casa.
COSì NON Può E NON DEVE CONTINUARE.
Qualcuno mi sa dire quanti ettari (intendo quelli reali) di vigneti esistono sul territorio del DOC Vesuvio?
Quante bottiglie di vino doc del Vesuvio si producono?
Senza essere un mago scommetto che le bottiglie di vino Vesuvio
immesse in commercio sono almeno il triplo rispetto alle uve prodotte
sul Vesuvio.
Chi ha i dati smentisca questa mia affermazione e gli offrono una cena nel ristorante più prestigioso. Parola.
Da una mia breve indagine ho calcolato che il prezzo medio ponderato
franco cantina dei vini del Vesuvio doc si aggira tra i
2.20/2.50€/bottiglia. Chiaramente la media del prezzo si abbassa
notevolmente quando nel calcolo si mettono i prezzi di quelle cantine
che fanno dell’imbroglio il loro core business.
Qualcuno mi deve spiegare come si fa a mettere in commercio una
bottiglia di vino doc a questo prezzo, considerando: prezzo bottiglia,
tappo, etichetta e retro, capsula, vino da uve (presumo), locale di
vinificazione, macchinari e relativi ammortamenti, energia elettrica,
manodopera, enologo, prodotti enologici, confezioni, scatole, balzelli
vari etc etc .
Io non l’ho capito.
Forse sono un inesperto del settore, un ingenuo o un illuso? Non lo
so, ma di certo so di stare dalla parte giusta, perché sto dalla parte
della qualità e la prova del nove mi è data dal fatto che per Natale
finisco i vini da ormai tre anni, i miei clienti aumentano, acquistando
i miei vini e pagandoli ad un prezzo ottimo ma onesto nel rapporto alla
qualità.
In merito alla qualità devo dare atto all’enologo Antonio Pesce che
mi consiglia e mi ha preso per mano in questa meravigliosa avventura.
In merito alle problematiche che ci sono e che screditano questo
vino, famoso in tutto il mondo, chi istituzionalmente competente,
dovrebbe pesantemente intervenire a colpi di scure per fare pulizia.
Le cantine che operano sul Vesuvio rappresentano una tutela
insostituibile per il territorio, dobbiamo fare in modo di annullare chi
mette in commercio dei vini come se fossero dei”gadgets” per
turisti/polli a cui dare il “pacco”.
Noi tutti dobbiamo produrre i vini del Vesuvio come “christo” comanda, per fare un aforisma e poi nulla questio che vengano venduti anche
ai turisti come ricordo del loro passaggio sul nostro territorio.
Questo è il mio augurio a tutti coloro che fanno della qualità e della serietà aziendale il loro core business.
*Produttore della Cantina Fuocomuorto di Ercolano
LETTERA PUBBLICATA INTEGRALMENTE.
e domani.....
FARE SQUADRA, APRIRE ALLA CONOSCENZA, RICORDARSI DI QUANTO SIA UTILE DIRE VESUVIO E NON IL PROPRIO NOME...SOLITARIO.