Vetrina Vesuvio

lunedì 28 febbraio 2022

Napoli City Half Marathon 2022. Yeman Crippa primato italiano della mezza maratona.

È già una domenica magica per l’atletica italiana.
Yeman Crippa disintegra il primato italiano della mezza maratona, trionfando alla Napoli City Half Marathon con il tempo di 59:26: nessun azzurro prima di lui era riuscito a correre la mezza in meno di un’ora. Il 25enne trentino delle Fiamme Oro diventa anche il secondo europeo di ogni epoca, a tredici secondi dal record continentale dello svizzero Julien Wanders (59:13). L’azzurro sfila il record italiano a Eyob Faniel che lo aveva portato a 1h00:07 nello scorso febbraio alla mezza di Siena-Ampugnano, evento che aveva segnato proprio debutto di Yeman nella mezza, con ritiro per infortunio dopo pochi chilometri. Oggi è tutto un altro Crippa: al rientro da sei settimane in altura a Iten, in Kenya, batte tutti gli africani sul traguardo del quartiere di Fuorigrotta, mettendo in fila i keniani Joshua Belet (59:28), Josphat Kipkemboi Kemei (59:32), Josphat Kiprotich (59:35), l’etiope Mogos Tuemay (1h00:11) e proprio il primatista europeo Wanders (1h00:28, sesto).
Nelle liste continentali di ogni epoca, supera la leggenda Mo Farah (Gran Bretagna, 59:32), e in questo momento l’atleta allenato da Massimo Pegoretti detiene cinque primati italiani: tre in pista (3000, 5000, 10.000) e due su strada (5 km e mezza maratona).
È il nostro momento, è il momento dell’atletica italiana - esulta Yeman Crippa - ed è giusto che ce lo godiamo. Per me questa giornata ha un valore immenso, nello sguardo di fuoco che avevo all’arrivo c’è tutta la mia cattiveria, agonistica, positiva: dopo un anno difficile come il 2021, un susseguirsi di infortuni e delusioni, dovevo dimostrare in primis a me stesso quello che valgo. Oggi mi sono rifatto di tutto, di Siena, di Tokyo, di Dublino”. A scandire il ritmo di Yeman Crippa, due compagni d’allenamento nei recenti periodi in altura di Iten, gli atleti arrivati poi secondo e terzo al traguardo, bravissimi a trainarlo a passaggi da 14:02 (5 km), 28:12 (10 km) e 42:25 (15 km) con andatura estremamente regolare e una media di 2:49 al km. “No, non credevo di poter far così bene, l’ho capito soltanto al 15esimo chilometro che si potesse andare davvero sotto l’ora - racconta l’azzurro - Ma gli allenamenti mi davano buone indicazioni, le sei settimane in Kenya sono state fondamentali. Dal decimo chilometro ho ripreso il gruppo di testa e intorno al diciottesimo sono rimasto da solo, su una lieve salita di 600 metri”.
L’uomo che abbatte i muri, ne ha già altri due nel mirino: “Quest’anno voglio scendere sotto i 13 minuti nei 5000 (ha 13:02.26, ndr) e sotto i 27 minuti nei 10.000 (ha corso in 27:10.76 in occasione dell’ottavo posto ai Mondiali di Doha). Ma soprattutto - prosegue Crippa - cerco buoni piazzamenti ai Mondiali di Eugene in luglio e medaglie agli Europei di Monaco di Baviera in agosto. La mezza maratona? Ne farò un’altra in autunno, sono convinto di essere portato per le distanze più lunghe: anno per anno mi dedicherò sempre di più alla mezza e poi si proverà la maratona. Passo dopo passo. Resto sempre con i piedi per terra, però oggi posso dirlo: sono tornato!”.
Nella stessa gara, dodicesimo posto per Yohanes Chiappinelli (Carabinieri) al debutto nella mezza (1h02:08), tredicesimo il tricolore Iliass Aouani (Fiamme Azzurre): con 1h02:32 toglie 26 secondi al personale di 1h02:58 corso a Roma proprio in occasione della vittoria ai Campionati italiani. Al femminile, successo per la keniana Gladys Chepkirui con 1h08:09 davanti all’etiope Ftaw Zeray (1h09:36), terzo posto e primato personale di 1h10:11 (prec. 1h10:33) per Sofiia Yaremchuk (Esercito) atleta con doppia cittadinanza italiana e ucraina, arrivata al traguardo con la bandiera del suo Paese d’origine come segno di vicinanza nelle giornate più dure del conflitto con la Russia. fidal.it - Crippa sotto l’ora! 59:26 da record nella mezza
Yemaneberhan Crippa, detto Yeman è un mezzofondista italiano.
Nato nel 1996, penultimo in una famiglia con sei figli, passa la sua infanzia a Dessiè, sull'altopiano etiope a 400 chilometri dalla capitale, Addis Abeba: «Non avevo molto, è vero, ma non mi mancava niente», ha dichiarato in un'intervista a Polizia Moderna.


martedì 1 febbraio 2022

#iColoridelTempo. Le Loup Garou – Capri Apokalypse

Le Loup Garou (Il lupo mannaro) è un gruppo musicale con base a Napoli, sorto verso la fine del 1986.
Il gruppo sorge dall'incontro tra Francesco Prota, un napoletano nato a Praga nel 1964, di padre italiano e di madre russa, e Guido Caputi. I due si incontrano in un locale di Napoli e subito si trovano d'accordo nel proposito di fare musica insieme, cercando di sfuggire agli schematismi della musica pop tradizionale. Qualche mese dopo, i due incontrano Luigi Borriello sul lungomare di Castellabate e lo coinvolgono nel gruppo. È questa la prima storica formazione.
L'album d'esordio si intitola Ortodoxia: viene stampato in mille copie, che vengono distribuite durante i concerti. Oltre all'attività concertistica, il gruppo ha modo di collaborare con la regista napoletana Ludovica Rambelli a diversi spettacoli teatrali. Nel 1990 partecipa al festival Naples Is Calling, aggiudicandosi il premio come migliore band emergente. La mattina dopo Guido Caputi decide di lasciare per fondare un altro gruppo, i Lunatic Asylum.
Nel 2005, per festeggiare i venti anni di attività, il gruppo organizza in un locale di Napoli il Sex Monster Party. Durante la festa vengono registrati il loro primo CD live e un DVD. Viene inoltre inaugurato ufficialmente il collettivo Neapolitan Surfers, con base a Napoli, che cerca di raccogliere intorno a sé diverse forme ed esperienze di arte concettuale, musica, recitazione, poesia e pittura.
Le Loup Garou – Capri Apokalypse
Etichetta: PoloSud – PS049
Formato: CD, Album
Paese: Italy
Uscita: 2004
Tutto è giocato insomma tra il non-sense, l’improbabile e soprattutto l’imprevedibile. E’ presente poi un’ennesima versione di ‘Le Petit Ballon’, che già conoscevamo in tutte le salse, anche in quella impareggiabile che in “Supermary-The Interview” andava sotto il titolo di ‘Doctor Zaruk’. Come allora, anche adesso il testo è cambiato e, in più, l’eloquente sottotitolo recita ‘Italian Western n. 2’: per chi non lo afferrasse al volo, esplicita citazione del sottotitolo di ‘In the Name of Talent’ dei Tuxedomoon di “Desire”. E dopo un’inattesa autocitazione di alcuni versi della vecchia ‘Les Martiens’, parafrasati nel brano ‘Voladores’, duole dover riconoscere una strizzata d’occhio – più volte negata – a Manu Chao: l’incipit di ‘Bouquet de Sangre’ non può fare a meno di riportare alla mente ‘La Despedida’ del fin troppo noto “Clandestino”.
Infine è da segnalare la presenza di due brani a firma Prota-Guido Caputi, vecchio componente e co-fondatore del progetto LLG nell’86: ‘L’Homme Ombre’, titolo già presente in “Ortodoxia” (opera prima del gruppo) ma differente, di sicuro, almeno nel testo; e ‘Le Lycanthrope’, che nulla ha a che vedere con l’omonimo brano di “13 Pequenos Bau Bau”. Interessanti gli arrangiamenti d’archi e di fiati, questi ultimi curati da Roy Paci, vecchia conoscenza, per i LLG, dai tempi della Viceversa Records. Luca Irwin Fragale - freakoutmagazine.it
Gennaio 2020 esce il primo lungometraggio realizzato dal gruppo. Si tratta di "The Snaked Man & the 21 Tales of the Tail", un'opera in pieno stile apocalittico, che disvela la doppia natura dell'essere umano. Realizzato con la partecipazione di Jordan Maxwell, Max Spiers, Stwart Swerdloaf, Guido Caputi, Renata Cagno, Tyrone Merriner e Carine Jurdant. INFO