Vetrina Vesuvio

domenica 27 novembre 2022

Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. 16 > 26 novembre 2022

Si è conclusa con la consueta cerimonia di premiazione, svoltasi con cambio in corsa nello Spazio Comunale Forcella, la XIV edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani, dal titolo ‘ONU: La pace (im)possibile’ e dedicata alla memoria dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso in Congo.

Spiega il coordinatore del Festival Maurizio Del Bufalo:

Si chiude un’edizione molto complessa su un tema delicato, la tenuta dell’ONU a fronte delle numerose minacce alla pace mondiale, e con l’obiettivo ambizioso di chiedere alle Nazioni Unite di intervenire direttamente nella tutela delle navi umanitarie che salvano vite in mare, dei loro equipaggi, dei naufraghi salvati. L’auspicio resta quello di raggiungere, in un futuro non lontano, una maggiore collaborazione tra Nazioni Unite e società civile per superare lo stallo dei veti del Consiglio di Sicurezza con una maggiore democrazia nei processi decisionali. Non è solo un sogno, ma una concreta possibilità di dare lunga vita al progetto di Pace Universale nato dopo la Seconda Guerra Mondiale che, oggi più di ieri, ha bisogno di essere avverato e non abbandonato.

I premi

  • Premio FICC – Menzione Speciale ‘Vento na fronteira’ di Laura Faerman e Marina Weis Per il coraggio con cui sceglie di rappresentare la contrapposizione tra fazendeiros e popolo Guaranì-Kaiowà in un territorio conteso. Attraverso precise scelte stilistiche riesce a presentare punti di vista lontani e opposti: quello escludente ed esclusivista dei proprietari e quello degli indigeni, che vivono la terra in modo simbiotico, e la cui narrazione atemporale sottolinea i legami più che i confini e le esclusioni. Da questa contrapposizione emerge anche l’importanza di affiancare alla mera tutela dei diritti privatistici una maggiore attenzione alla dimensione comunitaria e sociale dell’esistenza e dei diritti umani.
  • Premio FICC – Vincitore Radji’ di Georg Götmark e John Erling Utsi Per avere aperto una finestra su una realtà vicina ma poco conosciuta e per avere ricordato l’imprescindibile dimensione comunitaria di ogni esistenza individuale, sottolineando quindi la necessità, per un effettivo rispetto dei diritti umani, di salvaguardare le comunità e i loro habitat contro la prepotenza degli Stati e dei loro apparati burocratici, spesso guidati da una logica universalizzante e razionalizzante poco rispettosa della varietà dell’esperienza umana.
  • Premio Un Ponte Per ‘Nicht Neues’ di Lennart Hüper Per aver saputo denunciare l’ipocrisia e l’inefficacia della politica migratoria europea attraverso il racconto della crudele attesa dell’equipaggio bloccato sulla nave confiscata. Il tempo scorre mentre le persone annegano a poche miglia di distanza. Come se il viaggio intrapreso per una vita migliore spazzasse via l’unicità delle loro esistenze. Dopo aver salvato centinaia di persone fuggite dalle loro terre d’origine e dai campi di detenzione, la vita e i corpi dei soccorritori e attivisti/e della nave diventano oggetto dell’accanimento della politica che criminalizza la solidarietà mentre decide di lasciar morire persone innocenti in mare.
  • Menzione speciale platea diffusa ‘Il paese delle persone integre’ di Christian Carmosino Mereu Il Film si presenta come la tela di un dipinto. Un dipinto in bianco e nero, carico di emozioni, gesti, paure che esplodono sprigionando tutti i colori possibili compresi quelli dei quattro protagonisti. Una voce, una testimonianza diretta di una realtà, quella Africana, poco raccontata e che rappresenta una parte di mondo che freme, e che ci porta ad esplorare le speranze di una nazione desiderosa di riscatto per la conquista di libertà e diritti fondamentali. La parte documentaria è ben inserita nella narrazione. Il regista ha saputo raccontare soprattutto la forza di una comunità, non solo parentale che vive nel singolo individuo, con orgoglio e fiducia.
  • Premio Arrigoni / Mer Khamis ‘Mara’ di Sasha Kulak Per aver documentato le proteste di donne coraggiose contro un regime autocratico nel cuore dell’Europa, mostrando anche, con un uso delicato e sapiente del mezzo cinematografico, le conseguenze terribili della repressione.
  • Human Rights Youth ‘The Sprayer’ di Farnoosh Abedi Per l’originalità del film che, da un lato, mostra la Terra, nel nostro prossimo futuro come un posto orribile e rovinato, pieno solo di guerre e con un’aria danneggiata, irrespirabile, con personaggi spaventosi che rispecchiano noi. Dall’altro, è un vero e proprio inno alla vita, che paradossalmente emerge in tutta la sua potenza, la sua forza e il suo splendore quanto più cupo, grigio, devastante è lo scenario di distruzione che fa da sfondo alla guerra. E ancor più luminosa è la presa di coscienza che lo stupore di una vita che nasce infonde nell’animo umano, innescando una straordinaria trasformazione e portandolo alla consapevolezza che non ci sono vincitori e vinti in una guerra, non ci sono amici e nemici, ma solo l’uomo che distrugge se stesso e la sua vera essenza inutilmente. La vita è qualcosa di meraviglioso e straordinario che continua nonostante la guerra, spunta dalle macerie, palpita nelle crepe dei muri, e va curata e preservata, perché attraverso il rispetto della vita preserviamo la vera pace. Con la speranza che questo film venga visto da molti.
  • Human Rights Short – Menzione Speciale ‘We have to survive: Fukushima’ di Tomáš Krupa I danni della globalizzazione, del capitalismo, lo sfruttamento del territorio ai danni della vita e dell’umanità. Un corto complesso – ma caratterizzato da un’estrema chiarezza, linearità e fluidità della narrazione – capace di toccare tematiche importanti come i disastri ambientali causati dall’attività umana, senza mai cadere in toni accusatori. Con delicatezza il regista ci guida nella quotidianità e nelle riflessioni di un sopravvissuto all’esplosione nucleare di Fukushima, che attraverso la sua voce e il suo sguardo poetico e acuto ma mai giudicante, sa avanzare critiche importanti. Il corto colpisce per la sua capacità di mettere in evidenza, con una pacata lucidità e razionalità, la responsabilità umana e i danni di un’economia e di una politica che, mettendo al centro le contraddizioni della società capitalista, hanno permesso disastri ambientali enormi a danno dell’uomo stesso e di tutta la vita che abita il nostro pianeta. Attraverso un linguaggio poetico e quasi intimista, il regista ci mette di fronte a un evento drammatico in cui migliaia di esseri umani hanno perso la vita e gli esseri umani sopravvissuti sembrano non aver imparato alcuna lezione.
  • Human Rights Short – Vincitore ‘Not go gentle’ di Sasha Ihnatovich Esiliati politici e attraversamento dei confini. Un corto che nella sua essenzialità sa presentare in modo toccante il dramma vissuto da chi cerca di attraversare i confini per trovare un’umanità negata nella terra madre. La negazione dell’umanità è evidente anche nella scelta di un bianco e nero che acuisce il senso di desolazione delle riprese di paesaggi naturali in cui la presenza umana è assente e incarnata solo da queste anime che li attraversano. Immagini di silenzio che si contrappongono alle voci, alle esperienze di tutte queste persone che nella loro ricerca di pace, di sicurezza, di dignità hanno trovato umiliazioni e torture. La sensazione è quella di un’umanità inesistente, persa, che vaga nella natura, uditore silente delle voci di queste persone. Nonostante la paura, la negazione e la violenza siano le sensazioni che vengono evocate, il corto non si esaurisce nella disperazione, anzi, invita al coraggio e alla resistenza attraverso la voce di chi nonostante tutto non smetterà mai di lottare per trovare un luogo in cui poter vivere degnamente la propria vita.
  • Human Rights Doc – Menzione Speciale ‘Storia di nessuno’ di Costantino Margiotta Il regista Margiotta riesce a raccontare con grande sforzo la storia di Lo Porto, in particolare le trame legate alla sua morte. È doveroso mettere in luce lo sforzo del regista perché che si tratta di una storia scomoda, ufficialmente inaccessibile, sulla quale è stato voluto far calare un impenetrabile silenzio istituzionale e mediatico. Non è possibile, infatti, ottenere né informazioni né dichiarazioni ufficiali, così come testimonianze video e interviste circa la vicenda di Giovanni Lo Porto. Sia durante la prigionia di quest’uomo sia a seguito della sua morte la politica e la stampa italiana hanno tenuto un atteggiamento di cupo silenzio. Per tale ragione, Storia di Nessuno ricostruisce gli eventi che hanno portato alla morte di Lo Porto attraverso uno stile paragonabile all’inchiesta televisiva, dando voce ad amici, familiari e alle persone vicine a Lo Porto che rompono il silenzio sulla storia di quest’uomo. Margiotta utilizza però anche un elemento artificioso, un espediente –  i pupi siciliani – che rimarcano ed evidenziano la disumanizzazione dei processi decisionali che hanno portato alla morte di Lo Porto. Finito nelle mani dello Stato e dei poteri internazionali, viene trasformato in un burattino mosso da fili invisibili, governati da mani ancora più invisibili ma pesanti che decidono della sua vita e della sua morte senza assumerne pubblicamente la responsabilità. 
  • Human Rights Doc – Vincitore ‘Los Zuluagas’ di Flavia Montini Los Zuluagas è un’importante testimonianza umana sulla delusione, la speranza, la rabbia, l’isolamento, la voglia di ricominciare e, insieme, la necessità di non dimenticare nulla. La regista, Flavia Montini, dà voce a Camilo e alla sua storia, fatta di memorie e di un difficile e doloroso passato da ricostruire. Un film in cui si intreccia e si sovrappone una vicenda privata e collettiva in cui i ricordi e i materiali sembrano cercare la propria collocazione come in un mosaico in cui sono stati persi dei tasselli. Una ricostruzione biografica, testimoniata dal viaggio di Camilo sulle orme della sua famiglia in Colombia, ma anche storica grazie alla raccolta di materiale dalla seconda metà degli anni 80 al 2008, a cominciare dai 66 nastri Video8 e Hi8 e dai video che alternano la sfera privata alle immagini della storia politica e guerrigliera della Colombia. Il documentario alterna continuamente una memoria familiare, intima alla storia di una collettività politica, la storia di un Paese, in un dialogo che sembra quasi impossibile.
  • Premio Ambasciata Svizzera Per la Pace ‘Çerx’ di Metîn Ewr L’Ambasciata di Svizzera assegna il “Premio dell’Ambasciata di Svizzera” della quattordicesima edizione (XIV) al film: ‘Çerx’, di Metin Ewr. Il film ci ha convinto con il suo commovente e ispirante ritratto di una regione di Dyrbarkir negli anni 90. Il film parla del coraggio dei protagonisti e della loro determinazione a non farsi togliere la libertà di informazione ed espressione, anche se ciò comporta un grande pericolo. Dimostra che la pace prevale solo quando le strutture e istituzioni creano un ambiente che permetta una società che rispetti i diritti di tutti e tutte.

Si aprirà con la testimonianza di Zakia Seddiki, moglie dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, la XIV edizione del  Festival Del Cinema dei Diritti Umani di NapoliNello Spazio Comunale “Piazza Forcella” (via Vicaria Vecchia 23, Napoli) alle 18.00 del 16 novembre 2022 si darà il via ufficiale alla XIV edizione, dal titolo “ONU: la pace (im) possibile”.

L’obiettivo, ambizioso, è indagare il futuro della Pace mondiale e riflettere sul ruolo delle Nazioni unite, alla luce di quanto sta accadendo nel mondo. L’intera edizione è dedicata alla memoria di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano morto in Congo nel febbraio del 2021.

LA SERATA D’APERTURA La prima serata si articolerà in due fasi distinte. La prima introduce la manifestazione e il programma degli eventi che accompagnano il concorso vero e proprio, così come gli obiettivi che il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli conta di perseguire in questa edizione. Lo farà attraverso l’introduzione del coordinatore del Festival, Maurizio Del Bufalo, e con la proiezione di “Urgent Solutions for Urgent Times” (un film prodotto dalle Nazioni Unite) e la relazione introduttiva del fondatore di Othernews, il giornalista e saggista Roberto Savio.

La seconda parte è dedicata al ricordo di Luca Attanasio, ambasciatore plenipotenziario italiano nella Repubblica del Congo, Premio Nassiriya per la Pace 2020 per “il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli”. Attanasio, ricordiamo, è morto a causa delle ferite riportate dopo un agguato (e un tentativo di rapimento fallito) mentre era in missione nei pressi del villaggio di Kibumba. L’assalto al convoglio del WFP provocò anche la morte di Vittorio Iacovacci (carabiniere di scorta) e dell’autista Mustapha Milambo.

Sarà l’occasione per parlare di quel Congo e quell’Africa solo apparentemente lontane da noi, dal mondo occidentale. A raccontarli ci saranno la vedova di Luca Attanasio Zakia Seddiki Attanasio, che nel 2017, con il marito, fondò la ONG Mama Sofia di cui è oggi presidente, e del giornalista di Limes Matteo Giusti. Parteciperanno inoltre i rappresentanti di alcune organizzazioni umanitarie che si occupano di minori (Maestri di Strada, Fondazione Cariello Corbino e Associazione Annalisa Durante).

IL CALENDARIO

  • Giovedì 17 novembre (ore 18:00 – Spazio Comunale Piazza Forcella), il ricordo di Luca Attanasio e del cooperante Mario Paciolla morto in Colombia (alla cui memoria è stata dedicata la serata di anteprima del Festival) sarà il fil rouge di una serata che, attraverso il parallelo tra i due casi, analizzerà cosa vuol dire oggi lavorare per la pace. Con Matteo Giusti ci saranno i genitori di Mario Paciolla, Pino e Anna Motta; l’avvocato Alessandra Ballerini (in collegamento da Genova); il caporedattore RAI Valerio Cataldi, che realizzò l’inchiesta “Mario che costruiva la pace” che verrà proiettata in apertura di serata; Angelica Romano (Co-Presidente di “Un ponte per…”). Previsto l’intervento in videoconferenza dei giornalisti Gianpaolo Contestabile (da Città del Messico) e Simone Ferrari (da Bogotà). Chiude l’evento la performance musicale di Valerio Bruner.
  • Venerdì 18 novembre (ore 18:00 – Spazio Comunale Piazza Forcella) focus sulla Palestina in collaborazione con ASSOPACE Palestina dall’emblematico titolo “Uno Stato possibile”. Si apre e si chiude con due importanti proiezioni: “Assomoud – House of the resilient children” di Francesca Zonars e “Erasmus in Gaza” di Chiara Avesani e Matteo Delbo’, che saranno presenti. Momento saliente della serata, il confronto con Francesca Albanese (rapporteur ONU in Palestina) che discuterà in videoconferenza con Ilaria Masieri di Terre des Hommes – AOI, Alfio Nicotra (Co-Presidente di “Un ponte per…”) e Franco Dinelli (CNR Pisa – Pax Christi).
  • A partire dal 23 novembre, dopo la pausa, il calendario del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli diventa itinerante. 
  • Alle ore 10.00 di mercoledì 23 novembre al Cinema Vittoria (Via Maurizio De Vito Piscicelli 8/12 – Napoli) il Festival, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del mondo e l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra incontrano le scuole medie superiori di Napoli. La proiezione film “OCCHI DI GUERRA, IL DIRITTO DELLA MEMORIA” di Maurizio Panizza e Federico Maraner sarà presentata dallo stesso Panizza e da Raffaele Crocco (Atlante delle guerre, UNIMONDO) e Sara Gorelli (ANVCG).
  • Doppio appuntamento giovedì 24 novembre. Alle 10:30 nella sede dell’Università Orientale di Palazzo Giusso (piazza San Giovanni Maggiore, Napoli) Anna Motta Paciolla e Fabiana Sciarrelli (Docente di Economia e gestione imprese internazionale) incontrano gli studenti. L’incontro, che avrà come argomento il ruolo della cooperazione nella gestione dei territori deboli, sarà sviluppato dalla relazione di Luciano Carrino (Kip International School). Lo stesso giorno, a partire dalle 10:00, nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) è prevista la presentazione della XI edizione dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti alle scuole medie superiori. Con Raffaele Crocco ci saranno in questa occasione Beatrice Taddei Saltini (cofondatrice dell’Ass. 46° Parallelo) e Giovanni Visone (Intersos).
  • Venerdì 25 novembre si torna allo Spazio Comunale Piazza Forcella (ore 18:00) per uno degli appuntamenti più ricchi e intensi di questa edizione: “Un mare senza pace” parlerà di navi umanitarie e criminalizzazione della solidarietà in un momento storico in cui nel Paese il dibattito sull’accoglienza si è di nuovo infiammato. 
  • Durante il dibattito, coordinato da Raffaele Crocco (Atlante delle Guerre e UNIMONDO), previsti gli interventi, tra gli altri, 
  • dell’Arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia
  • di Cecilia Strada e Luciano Scalettari (nave RESQ), 
  • di Valentina Brini (Open Arms) 
  • del missionario comboniano Alex Zanotelli, di Tommaso Gandini (nave Juventa) e 
  • Giuseppe Caccia (nave Mediterranea)
  • dell’avvocato Arturo Salerni e di Giacinto Palladino (Banca Etica) e 
  • di Angela Mona (Un Ponte per). 
  • La serata, coordinata dal giornalista Valerio Nicolosi di Micromega, si aprirà con la relazione dell’on. Rosa D’Amato (Green EU) sulla criminalizzazione della solidarietà e con la proiezione del film “L’urlo” di Michelangelo Severgnini che introdurrà la proiezione. 
  • In questa occasione, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli presenterà il documento in cui chiederà il patrocinio ONU per le navi umanitarie.
  • Chiuderà la serata, a partire dalle 21.30, il concerto di Eugenio Bennato & Le Voci del Sud dal titolo “Qualcuno sulla Terra  – I Sette Giorni della Creazione”.
  • La chiusura del festival è prevista per il 26 novembre alla Biblioteca di Storia Patria del Maschio Angioino di Napoli. L’appuntamento è alle 18:00. Durante la prima parte della serata conclusiva sarà tracciato il bilancio delle attività del XIV Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli a cura di Maurizio Del Bufalo. Sarò l’occasione per i messaggi di saluto di Federico Mayor Zaragoza (già presidente UNESCO) e di Francisco Rojas Aravena (rettore dell’Università della Pace dell’Onu). Verrà proiettata l’intervista a monsignor Luigi Bettazzi (arcivescovo emerito di Ivrea) con commenti di Filippo Severino e Franco Dinelli (Pax Christi). I contributi del prof. Alessandro Polsi dell’Università di Pisa e la relazione di Valerio Altiero del CDCA concluderanno i lavori degli Eventi internazionali.
  • Seguirà la cerimonia di premiazione del concorso cinematografico internazionale. Valentina Ripa e Mario Leombruno del direttivo del Festival, insieme al regista Alessandro Negrini, intervisteranno la Giuria Esperti composta quest’anno da Valerio Cataldi, Daniele Ceccarini e Cecilia Strada
  • Si passerà poi all’assegnazione dei sei premi: 
  • PREMIO HUMAN RIGHTS DOC, aperta a opere della durata superiore a 52 minuti;
  • PREMIO HUMAN RIGHTS SHORT, aperta a cortometraggi di durata inferiore o uguale a 52 minuti; 
  • PREMIO HUMAN RIGHTS YOUTH, aperta a opere realizzate da autori minori di 25 anni o indirizzate a un pubblico di bambini e/o giovani fino a 25 anni, della durata non superiore a 30 minuti; 
  • PREMIO AMBASCIATA SVIZZERA PER LA PACE, rivolta ad opere che raccontano vicende e questioni legate al tema della Pace; 
  • PREMIO “UN PONTE PER…”, rivolta a opere che trattano argomenti relativi a migrazioni, asilo politico, profughi; 
  • PREMIO “FICC”, aperta a opere che raccontano l’impegno e le esperienze riferite al lavoro delle Agenzie del sistema delle Nazioni Unite.

LE PROIEZIONI

I film e i corti in concorso saranno proiettati, ad ingresso gratuito, presso J – Libreria, Punto Einaudi e Spazio aperto” di vico Santa Maria della Neve 6bis (Napoli) secondo il seguente calendario:

  • ·       Sabato 19, dalle ore 10.00 alle 13.00 proiezione di tutti i cortometraggi in concorso; dalle ore 18:30 No tenemos miedo” di Manuele Franceschini, Ita – 1h10;
  • ·       Domenica 20, ore 16:00: “Los Zuluagas” di Flavia Montini, Ita – 1h20; ore 18:30 “Vai e vem” di Fernando Pessoa e Chica Barbosa, Bra – 1h23;
  • ·       Lunedi 21, ore 17:00 “Portrait” di Yael Kipper e Ronen Zaretzky, Isr – 1h23; ore 19:30 Las abogadas” di Victoria Bruce, USA – 1h34;
  • ·       Martedì 22, ore 17:30 “Mara” di Sasha Kulak, Fra – 1h01; ore 19:00 “Storia di nessuno” di Costantino Margiotta, Ita – 1h21;
  • ·       Mercoledì 23, ore 17:30 Hostile di Sonita Gale, UK – 1h33; ore 19:30 “Voiceless. El genocidio silenciado” di Víctor G. Villavieja e Martín Soto, Esp – 1h03;
  • ·       Giovedi 24, ore 18:30 “Il Paese delle persone integre” di Christian Carmosino Mereu, Ita – 1h46.
  • A partire dal 16 novembre e per tutta la durata del XIV Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è possibile visualizzare i film in concorso anche tramite web sul sito www.cinenapolidiritti.online  (previa registrazione gratuita).

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