Vetrina Vesuvio

venerdì 3 giugno 2022

Liliana de Curtis. Ha tenuto viva la memoria di suo padre, l’indimenticabile Totò.

Con la scomparsa di Liliana de Curtis, Napoli e l’Italia intera perdono una straordinaria protagonista del panorama culturale.

Ha tenuto viva la memoria di suo padre, l’indimenticabile Totò, ricostruendone vita e opere a beneficio di chi lo amava e lo ama tuttora.

In tal senso, è massimo lo sforzo dell’Amministrazione comunale e delle Istituzioni nazionali affinché Totò possa avere presto il Museo che merita nel cuore della nostra città.

Così il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.

Liliana avrebbe voluto fare l'attrice cinematografica, ma il principe Antonio de Curtis (1898-1967) glielo impedì consentendole soltanto, quando era bambina, una breve apparizione in un suo film del 1940, "San Giovanni decollato"; ha avuto un piccolissimo ruolo in "Orient Express" (1954) di Carlo Ludovico Bragaglia ed è stata una comparsa in "Tutto Totò" (1967). Insieme a Matilde Amorosi, Liliana ha scritto vari libri dedicati al padre sulla scia dei suoi ricordi e dei suoi rimpianti, tra i quali per Mondadori "Totò mio padre" e "Totò a prescindere". In età matura è stata attrice di teatro.

All'anagrafe Liliana Focas Flavio Angelo Ducas Comneno de Curtis di Bisanzio Gagliardi, era nata a Roma il 10 maggio 1933. Il nome Liliana fu scelto da Totò in ricordo di Liliana Castagnola, cui l'attore napoletano era stato legato sentimentalmente prima di unirsi a Diana Rogliani e che si era suicidata per lui.

Sposata in prime nozze, nel 1951, con il produttore cinematografico Gianni Buffardi, Liliana da questo matrimonio ha avuto due figli: Antonello e Diana (morta nel 2011). Successivamente, fallito dopo pochi anni il matrimonio con Buffardi, si è risposata con Sergio Anticoli, con il quale ha avuto una figlia, Elena (nata nel 1969).

Liliana De Curtis ha vissuto nel culto del padre, dando vita all'Associazione Antonio de Curtis e a lui ha dedicato diversi libri biografici: "Totò a prescindere" (Mondadori, 1992); "Siamo uomini o caporali? Diario semiserio di Antonio de Curtis" (Newton Compton); "Totò. Ogni limite ha una pazienza" (Rizzoli, 1995); "Malafemmena" (Mondadori, 2009); Totò mio padre" (Rizzoli, 2016). Il 21 settembre 2013 a Napoli partecipò alla festa di san Gennaro, dove ha ricevuto un premio alla carriera come custode delle memorie del padre. Ha curato per Rai 3 il documentario "Io lo conoscevo bene", con interventi di Ninetto Davoli e Giacomo Furia.

Da quasi 30 anni Liliana si è impegnata in una battaglia per dare un museo al 'principe della risata' a Napoli. Aveva anche individuato la sede, nel palazzo dello Spagnolo, edificio barocco nel rione Sanità, chiedendo più volte al Comune di realizzare il progetto per esporre costumi, scritti e cimeli appartenuti al padre. Ma non è riuscita a portare a termine il progetto. Un sogno che negli ultimi tempi è stato ripreso dalla figlia Elena. Paolo Martini adnkronos.com

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