Porgere al lettore la profondità della propria vita interiore in maniera chiara, asciutta e senza eccesso di artifici retorici è una grande sfida cui è di fronte ciascun poeta nella propria attività creativa. Felice Casucci, che è intellettuale raffinato, docente universitario, animatore culturale e impegnato in politica, in questa raccolta supera brillantemente la prova. Ma Casucci è anche persona dotata di speciale sensibilità, di capacità introspettiva non comune e di analisi lucida degli eventi del mondo; quindi, lo spazio occupato dalla sua curiosità intellettuale si amplia a dismisura e la sfida, di cui sopra, moltiplica la sua intrinseca difficoltà: ecco perché l’effetto positivo che ne consegue produce esiti di ragguardevole valore emotivo ed estetico .(dalla prefazione di Bruno Galluccio) www.rplibri.it
- Prezzo copertina: euro 15.00
- Data di pubblicazione : 15 dicembre 2022
- Lingua : Italiano
- Lunghezza stampa : 164 pagine
- ISBN-10 : 8885781853
- ISBN-13 : 978-8885781856
Con questa silloge Felice Casucci è al suo terzo appuntamento con una poesia scevra di punteggiatura. La poesia come necessità, come ultima Thule, come salvacondotto anche esistenziale e filosofico per raffrontarsi con una vita che sembra portarlo altrove. Docente universitario di diritto comparato, promotore culturale di una fondazione tenuta a battesimo da un suo zio, esponente di primo piano dell’istituzione politica regionale nella quale ricopre la carica di assessore al Turismo: un’esistenza composita che ha proprio bisogno dell’altrove poetico, con i suoi miti, i riti, la storia, il suo linguaggio, la sua intera taumaturgia rivelatrice, per poter conciliare il dentro e fuori della caverna di Platone. Può darsi che, come affermava Josè Ortega Gasset “la poesia comincia dove finisce l’uomo”.
“C’è una crepa, una crepa in ogni cosa. È così che entra la luce”. Il verso della famosa canzone di Leonard Cohen dà il titolo al primo componimento che è anche una summa del lungo inerpicarsi verso la scoperta di tanti santuari nella contrapposizione tra la preghiera e il male, tra la solitudine e la folla, tra il nostro e ciò che non ci appartiene, e così che alla fine un “cuore che ancora vive” deve vedersela con una “ pietra di scarto”. Piero Antonio Toma
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