La Campania prova a lasciarsi alle spalle le epoche buie delle terribili emergenze del ciclo dei rifiuti urbani (RSU) che hanno fatto il giro del mondo nei decenni precedenti.
Emergenza rifiuti che porta ancora con sé le infrazioni UE comminate dalla Corte di Giustizia per aver disatteso le Direttive in materia e che costringe ancora il nostro Paese a pagare un conto salatissimo che si ritorce poi, per la quota parte, contro le comunità della Campania.
Nonostante questo di passi avanti ne sono stati fatti. Con tante virtuosità e altrettante criticità ancora in essere.
In vent’ anni la Campania passa dall’11% di RD al quasi 57% a dicembre 2023 con ben 323 (su 550) Comuni in linea con la normativa che pone al 65% l’obiettivo minimo da raggiungere di raccolta differenziata.
Di contro c’è una popolazione di oltre 3,5 mln di cittadini che sono ancora lontani dal raggiungere questo obiettivo che costituisce il minimo sindacale di un’organizzazione civile che tende verso l’economia circolare e la transizione ecologica ormai non più eludibile a qualunque latitudine.
I dati Ispra del 2024 (riferiti all’anno 2023) ci consegnano uno scenario di tante luci e purtroppo molte ombre.
In primo luogo la Commissione Europea ha ridotto di 1/3 la sanzione applicata da una diversa sentenza della Corte di Giustizia, che giustamente censurò la gestione dei rifiuti solidi urbani nel periodo ante 2015 e che in virtù di due nuovi impianti di Caivano e Giugliano, già operanti, ed agli 11 impianti di compostaggio previsti (alcuni in corso di realizzazione) si auspica la cancellazione definitiva della sanzione entro lil 2026.
Nell’ultimo quinquennio si registra, in Campania, una lenta ma costante crescita del valore della RD che ha portato nel 2023 la Regione ad attestarsi al 56,6% (+1 punto percentuale sull’anno precedente) ma ben al di sotto della media del sud Italia (58,9%) e lontana dalle realtà più virtuose del nord (70 e + %)
Nell’ambito regionale spiccano l’area metropolitana di Benevento 72,8%, Salerno (67,6%), Avellino 62,2% mentre Caserta 56,7% ai limiti e Napoli 51,5% non raggiunge nemmeno la media regionale.
La Campania produce 2.587.009 t/a di RU (Ispra 2023) con un leggero decremento rispetto all’anno precedente, di cui ben circa 960.000 t/a di frazione umida (attualmente sono 629.755 t/a [112 kg/ab/a] di frazione umida [pari al 68% del totale prodotto] intercettato dalla RD in Campania e avviate a impianti di recupero).
La Campania porta fuori regione 476.168 t/a di Frazione Organica pari al 27% del totale prodotto. Tratta in loco solo 186.820 pari al 14 %.
Di seguito un panel schematico delle varie realtà virtuose (e meno) della Campania (Fonte Ispra 2024)
Campania virtuosa
- MORIGERATI SA 100,0%
- DOMICELLA AV 100,0%
- CIMITILE NA 95,1%
- MASSA DI SOMMA (NA) 91,0%
- FELITTO SA 90,9%
- BACOLI NA 90,8%
- OTTAVIANO NA 90,6%
- DURAZZANO 90,4%
Parco del Vesuvio
- Massa di Somma 91% (+3,3 vs 2022)
- Ottaviano 90,5% – 1,8
- Terzigno 75,8% +0,6
- Sant’Anastasia 73,1% +0,1
- Boscotrecase 68,62 % -0,8
- San Giuseppe Vesuviano 67.5% +7,5
- Somma Vesuviana 63.2% +2,8
- San Sebastiano al Vesuvio 62,1% +1,1
- Pollena Trocchia 62,1% -1,2
- Boscoreale 51,4 % – 0,7
- Ercolano 44 % – 3,2
- Trecase 43,2% +0,6
- Torre del Greco 26 % -0,8
Comuni popolazione +50.000 ab
- Salerno 74,1% +9,3
- Pozzuoli 66,5% – 2,6
- Avellino 66,3% +0,1
- Benevento 65% -1,4
- Caserta 55,6% +1,4
- Portici 56,5% -1,6
- Torre Annunziata 55,3% +0,5
- Castellammare di Stabia 45,9 % -2,3
- Casoria 43,5 -3,4
- Napoli 41,9% +1,5
- Afragola 29,4% +2,1
Comunicato Stampa - La Provinciaonline
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