Vetrina Vesuvio

mercoledì 26 febbraio 2025

Franco Arminio - Caraluce. Atlante dei paesi invisibili

La realtà non ha confini. Ci sono vie di fuga ovunque: la via del cielo, la via di un bacio, la via che segue il volo di una mosca. 

La via misteriosa che conduce agli universi intorno al nostro. I paesi invisibili di questo Atlante nascono ai confini del mondo che conosciamo, impercettibili strappi che raccontano la letizia e la bontà dell’immaginazione, e che rispondono a un bisogno profondo, una fame di spazi dove sentirsi attraversati dalla scossa della fantasia. Accade, in queste pagine, di trovarsi in un paese dove si accendono sigarette con i lampi oppure in un paese poggiato su una mandria di cavalli o in uno sbadiglio. Non c’è un solo paese in cui non vorremmo abitare almeno un giorno, contenti di dimenticare per un attimo la mestizia del tempo presente, delle cose inchiodate a un realismo malato, che relega l’immaginazione tra i giochi senza conseguenze. È lo scatto nell’impensato, invece, a darci lo slancio per andare avanti. Andiamo a cercare paesi e paesaggi, quelli che ci sono e quelli che solo lo stupore può trovare. In queste pagine pervase da una luce che cura, Franco Arminio ha disegnato una mappa di luoghi che appartengono a tutti proprio perché nessuno li ha mai abitati. E con la voce di chi sa inventare mondi provvisori e cangianti ha composto un libro che è un importante esito letterario del suo originale lavoro di poeta e paesologo.  www.ibs.it

  • Illustratore - Manuele Fior
  • PREZZO 18,00 €
  • PAGINE 224
  • DATA DI USCITA 25/02/2025
  • ISBN CARTACEO 9788817190541
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, centro dell'Irpinia orientale in provincia di Avellino. Collabora con diverse testate locali e nazionali come "il manifesto", "Il Mattino" di Napoli, "Ottopagine", "Corriere del Mezzogiorno", ed è animatore del blog "Comunità Provvisoria". Paesologo, Arminio racconta i piccoli paesi d'Italia, e ha realizzato anche vari documentari. Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza) ha vinto il Premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture". Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti (Nottetempo) ha vinto per la seconda volta il Premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture".
Tra i suoi libri: Viaggio nel cratere (Sironi, 2003), Circo dell'Ipocondria (Le Lettere, 2006), Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza, 2008), Poeta con famiglia (Edizioni d'If, 2009), Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta (Laterza, 2009), Cartoline dai morti (Nottetempo, 2010), Oratorio bizantino (Ediesse, 2011, prefazione di Franco Cassano), Geografia commossa dell'Italia interna (Bruno Mondadori, 2013), La punta del cuore, una raccolta di poesie dedicate alla madre (Mephite, 2013), Nuove cartoline dai morti (Pellegrini, 2016), Lettera a chi non c'era (Bompiani, 2021), Studi sull'amore (Einaudi, 2022), Canti della gratitudine (Bompiani, 2024), Accorgersi di essere vivi. Un breviario per chi ha perso la via (Ponte alle Grazie, 2024).
Un gioco aperto
Credo di avere una fede geografica. L’avevo già da bambino quando non andavo a scuola e me ne stavo nel letto in compagnia dell’atlante di mio fratello. Dopo molti anni, ecco che riappare nella mia vita un nuovo atlante. Un libro che si presenta come una mappa dei paesi invisibili subito fa pensare a Italo Calvino. Nel mio caso, però, la più forte ispirazione è venuta dai libri di Henri Michaux, da quelli di Gianni Celati e da una lieve stanchezza arrivata dopo aver visto migliaia di paesi veri.I paesi di questo Atlante li ho scritti con una ragione bambina, una ragione a saltelli, a zampilli. Scrivere è un gesto avventuroso, è sottrarsi alle dogane dei nostri giorni che non ci fanno più immaginare altri mondi. Forse essere vivi è solo tenere aperta la frontiera fra il dentro e il fuori. Per me la letteratura comincia proprio dall’infedeltà ai perimetri. Ogni luogo, ogni corpo è una scrittura che dobbiamo imparare a leggere senza il setaccio del verosimile, ma aprendoci all’impensato, all’invisibile. Ognuno di noi è la mappa dei suoi giri intorno a una terra che non c’è.
In tutti questi paesi ci siamo stati. Un secondo della nostra vita, quel secondo che la vita ce l’ha cambiata o quel secondo che, trascurato, la vita ce l’ha asfaltata. Poteva essere stato quell’attimo tra il sonno e la veglia. Oppure, quando passeggiando in una foresta, d’improvviso il sole s’è infilato come una spada tra i rami e le foglie. Alcuni li abbiamo visti solo udendone un suono, altri in quella divina dolina che sta tra la spalla e il collo dell’amata. Da bambini li abbiamo addirittura abitati, e torneremo ad abitarli quei paesi. Fatto sta che li abbiamo visti. Il segreto sta nel non dimenticarsene e nel restare loro fedeli. Custodirli.
A questi luoghi dell’istante illuminato mancava una mappa, una descrizione accurata, un atlante. Ora c’è, si chiama Caraluce e lo ha scritto un mio amico.
Chi pensa si tratti di una raccolta di fantasticherie si sbaglia, e di grosso. Caraluce è il preciso opposto della fantasia: è un trattato di attenzione estrema al mondo, il mondo di fuori e quello di dentro. Chiunque non si sia fatto distrarre dall’irrealtà del “reale” e abbia prestato tempo, cura, attenzione a quegli attimi in cui la grazia ci propone incessantemente la sua presenza, chiunque, dicevo, è in grado di riconoscere quei luoghi che gli sono apparsi almeno una volta nella vita, per poi svanire alla memoria nelle incombenze del nulla che gonfia i nostri giorni. Arminio, con Caraluce ci fa un impagabile regalo: ci permette di ricordare (non di sognare) quello che pensavamo di esserci scordati e di non aver vissuto. E invece proprio lì ogni giorno siamo stati. E ogni giorno stiamo.’ (Moreno Miorelli)
Caraluce, Atlante dei paesi invisibili

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