Vetrina Vesuvio

martedì 28 ottobre 2025

Nuove e intense uscite a novembre per la Giannini Editore: saggi, autobiografie e racconti, tante le novità

Nuove e intense uscite a novembre per la Giannini Editore: saggi, autobiografie e racconti, tante le novità per la centenaria casa editrice partenopea

  • Ritorna tra gli scaffali l’economista Pietro Spirito con il libro “L’arte della sfogliatella”, pubblicato nella collana Sorsi. 
  • Sono quattro, invece, le novità pubblicate nella collana La Cisterna: “Fremdschӓmen” opera prima di Anna Elisabetta Graziano, 
  • “Da qualche parte tra Posillipo e l’eternità” l’ironico viaggio partenopeo scritto dall’ingegnere Vincenzo Del Giudice, 
  • “Nonostante le parole” l’ultimo lavoro editoriale della giornalista Lisa Muto e 
  • “La Riggiola, riflessi allo specchio” autobiografia teatrale dell’attrice Adriana Carli.

“L’arte della sfogliatella” è un saggio affascinante e profondamente personale, nel quale Pietro Spirito intreccia la storia di uno dei dolci simbolo di Napoli con le memorie private, i mutamenti sociali, e le trasformazioni culturali di una città complessa. Seguendo il filo fragrante della sfogliatella, dalla Santarosa delle monache amalfitane alla sfogliatella frolla e riccia di Pintauro, l’autore accompagna il lettore in un viaggio che attraversa secoli di storia, ricette, tradizioni, invenzioni e metafore. Il libro si muove con agilità tra la narrazione storica, il reportage gastronomico e la riflessione identitaria, diventando così molto più di un semplice omaggio al celebre dolce: è un racconto dell’anima partenopea.

Pietro Spirito è docente di Management delle Infrastrutture presso Universitas Mercatorum e di Economia Applicata presso l’Università Pegaso. Ha dedicato il suo impegno professionale nel settore dei trasporti. Ha pubblicato di recente Il nuovo capitalismo della mobilità (Guida 2022), La digitalizzazione del lavoro (Guida 2023) Na tazzulella ‘e cafè, miti e riti dell’elisir napoletano (Giannini 2024).

“Fremdschӓmen” è un saggio provocatorio e profondamente umano, si indaga sul delicato equilibrio tra giustizia e potere, tra colpa collettiva e responsabilità individuale. Senza alcuna intenzione di assolvere i crimini del Nazismo, l’autrice solleva un interrogativo scomodo ma necessario: può una giustizia esercitata solo dai vincitori definirsi davvero imparziale? Attraverso la lente del dopoguerra e dei processi di Norimberga, il testo invita a riflettere su un termine tedesco intraducibile – Fremdschämen – che esprime la vergogna provata per le azioni altrui, e che ben descrive lo smarrimento morale di un’intera nazione dopo l’orrore. Ma lo sguardo si allarga: chi giudica i crimini di chi ha vinto? E cosa ci insegna davvero la storia delle guerre, se non che troppo spesso esse nascono non per ideali, ma per sete di potere e interessi economici? Un richiamo lucido e appassionato alla responsabilità politica e alla necessità di un’etica condivisa tra i popoli, affinché la pace non resti un’utopia e la democrazia non si riduca a una parola vuota.

Anna Elisabetta Graziano è nata a Napoli il 4 settembre 2006 e attualmente frequenta il quinto anno del liceo classico. Durante il percorso scolastico ha sviluppato una forte passione per la filosofia e la storia, che continuano a suscitare in lei profonda curiosità. Fin da piccola ha mostrato grande interesse per la lettura, la scrittura, il disegno e la fotografia. Questo saggio rappresenta il suo esordio editoriale, frutto di un lavoro di riflessione coraggioso, critico e maturo.

“Da qualche parte tra Posillipo e l’eternità” non è un’autobiografia né un saggio. È una piccola giostra di episodi, personaggi, pensieri e guizzi, tra ironia e tenerezza, tra Posillipo e i decumani, tribunali e salotti, calcoli e intuizioni sentimentali. Un viaggio partenopeo e universale insieme, che attraversa la vita di un uomo che ha vissuto senza freni a mano tirati: tra cattedre, carte bollate, sopralluoghi, sogni, amicizie vere, vicoli pieni di umanità, tufi assolati, notti insonni e risate da bar. Si passa dalla valutazione di un fabbricato al profumo delle zagare, da una fondazione finanziaria a una trattoria colorata, da un’aula universitaria alla “scalinatella” illuminata di luna. Ma soprattutto, si passa dentro la consapevolezza gentile che la felicità si nasconde nelle distrazioni buone e nei sorrisi condivisi. Un libro da leggere come si ascolta un amico sincero e profondo.

Vincenzo Del Giudice, classe 1963, ingegnere e professore universitario, ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e professionali. In questo libro, però, mette da parte le formule per raccontare (e raccontarsi) con la leggerezza di chi ha preso la vita sul serio… ma non troppo. Sessant’anni e più vissuti tra rigore e cuore, tra numeri e relazioni, tra l’arte del mestiere e l’arte di vivere.

“Nonostante le parole” è un saggio che esplora il ruolo trasformativo del linguaggio inclusivo nel migliorare la salute mentale, la rappresentazione sociale e il benessere delle persone appartenenti a minoranze di genere. Partendo da un’analisi teorica fondata sulle riflessioni di Sapir-Whorf, Alma Sabatini, Judith Butler e Miranda Fricker, il testo dimostra come il linguaggio sia un potente strumento di inclusione (o esclusione), in grado di influenzare identità, relazioni sociali e condizioni psicofisiche. Attraverso dati scientifici, contributi di associazioni specializzate (come APA, WPATH), e testimonianze dirette, l’autrice mette in luce il legame tra linguaggio non inclusivo, invisibilità sociale e minority stress, con particolare attenzione ai contesti aziendali, educativi e sanitari. Il concetto di linguaggio dinamico viene proposto come alternativa evolutiva ed empatica al linguaggio ufficiale, capace di rappresentare con precisione e rispetto tutte le identità.

Lisa Muto è psicologa, giornalista pubblicista e formatrice, specializzata in supporto psicologico per la comunità LGBTQIA+ e in pratiche di mindfulness. Collabora come consulente per l’applicazione delle politiche DE&I nelle aziende e per la certificazione “Parità di genere”. È trainer in stress reduction, coach, ed esperta di organizzazione aziendale e benessere nei luoghi di lavoro. Scrive e interviene su temi di diversità, inclusione e salute mentale.

“La Riggiola, riflessi allo specchio” racconta, in forma narrativa più che saggistica, il  percorso artistico dell’attrice Adriana Carli e la continua ricerca di un linguaggio teatrale personale, che spesso sconfina in forme filmiche e visive. Una narrazione fatta di luoghi, incontri e spettacoli, ma anche di scelte artistiche e umane che l’hanno condotta a fondare La Riggiola, uno spazio creativo, accogliente e sperimentale. Non sono gli spettacoli a parlare direttamente, ma le parole dei critici e delle persone incontrate lungo la strada, in un mosaico di esperienze condivise, accoglienza culturale e passione per la scena. Tra memorie e riflessioni, emerge la figura di un’artista in continua evoluzione, testimone e protagonista di un teatro vivo, resistente, autentico.

Adriana Carli è attrice, regista, autrice teatrale e scenografa, è docente di Scenotecnica presso l’Accademia di Belle Arti. Si occupa di teatro di ricerca e sperimentazione, con spettacoli rappresentati in teatri tradizionali e in luoghi di interesse storico e artistico come la Valle dei Templi di Paestum, Castel dell’Ovo, il Museo Archeologico e la Cappella Sansevero di Napoli. Ha collaborato con registi come Ugo Gregoretti e Salvatore Piscicelli, partecipato a progetti radiofonici e audiovisivi e promosso per anni rassegne teatrali e culturali, fondando a Napoli lo spazio indipendente La Riggiola, punto di riferimento per la scena sperimentale - Giannini Editore

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