- Lorenzo Marone, scrittore napoletano tra i più letti e amati e’ il Premio San Gennaro World 2024 che abbiamo riservato alla categoria libri. Quelli che da qualche tempo mi piace chiamare “letture scugnizze”, poi capirete perché.
Lorenzo, con quasi 500 mila copie vendute e’ anche stato tradotto in 16 lingue. Insomma e’ decisamente tra i nomi protagonisti di un altro boom, quello editoriale di cui si parla troppo poco, che vede la nostra città/regione, al centro dell’interesse d’Italia e del mondo.
“La tentazione di essere felici” “Magari domani resto” “La tristezza ha il sonno leggero” “Un ragazzo normale” “Cara Napoli” e “Pennablu’. Piccola storia buffa”, sono titoli che a molti di voi suoneranno familiari e amati.
Nelle precedenti edizioni questo Premio che premia anche il Miracolo terreno della forza delle parole e’ arrivato nelle mani di:
Aldo Masullo, Valeria Parrella, Alessio Forgione, Angelo Forgione, Pietro Treccagnoli etc etc
- Come in ogni edizione e sulla fiducia, un premio è sempre arrivato tra le mani di un'artista emergente e/o emerso della nostra scena musicale più contemporanea.
Quest'anno, e speriamo di mettervi tutti d'accordo, arriva Stè. Una vera rivelazione di questo 2024 dal lavoro di cameriera in un pub di Pineta Mare- Castelvolturno ai palchi più belli d'Italia (tra cui quello della notte della taranta!).
Prima di lei abbiamo scommesso tutto su nomi come quelli di Geolier, Clementino, Gabriele Esposito, Tommaso Primo, Roberto Colella e La Maschera etc etc
Speriamo che San Gennaro le porti la stessa grande fortuna.
Sul sagrato, rigorosamente dal vivo, ci emozionerà moltissimo.
- Walter Ricci intraprende sin da piccolo la sua carriera, attratto da artisti come Frank Sinastra, Ella Fritzgerald, Tony Bennett, Renato Carosone, grazie al papà che gli fa scoprire diversi generi e stili musicali.
Ancora giovanissimo vince diversi e numerosi premi.
Viene notato e realizza collaborazioni discografiche con Lorenzo Tucci, uno dei batteristi jazz con maggior talento in Italia, con Guido Pistocchi, con Mario Biondi e con Daniele Scannapieco, con il quale realizza uno straordinario album dedicato a Cole Porter.
Duetta con Michael Bublè.
Nel 2016 vince il Festival New Wave in Russia e in questa occasione canta un brano scritto da Stefano Di Battista. Dodici anni fa viene selezionato in finale al Monk Competition organizzato da Quincy Jones a Los Angeles.
Un napoletano che ha reso terreno il miracolo del talento. Talento che arriva dalla passione unita allo studio, in barba a tantissimi che continuano a pensare che sia tutto solo frutto di fortuna e dei social network.
È solo di qualche mese fa la pubblicazione del progetto “Naples Jazz” che ha entusiasmato critica e pubblico, registrando una serie di sold out in tutta Europa.
Incarna in stile carosoniano quello che dovrebbe essere un vero napoletano, saldamente legato alle sue radici ma proiettato verso il mondo. Per Napoli, tra le città più contaminate, come diceva il maestro Carosone, il Golfo non è una barriera ma una grande apertura. Con questo premio auguriamo a Walter Ricci di entrare nella storia dei nomi più importanti che dalla nostra città arrivano sui palcoscenici internazionali.
- Musicista, produttore, ingegnere del suono, compositore.
La sua passione per la musica inizia a 9 anni, quando il papà gli regala un pianoforte, che non smetteva mai di suonare. Poi la passione è diventata studio e allo studio si è unita la ricerca. Massimo D’Ambra ha prodotto il primo album nel 1990 (aveva solo 17 anni) e da quel momento non si è più fermato.
Ha prodotto, tra gli altri, “Buongiorno”, l’album del 2020 di Gigi D’Alessio e, insieme a Francesco D’Alessio e Ardiano Pennino, è nella produzione di “Fra”, l’ultimo album Gigi, con cui collabora da un bel po’ di tempo, seguendolo in tournée con pianoforte, tastiere e programmazioni.
Ha prodotto il singolo “Trinità” e altri brani di Guè Pequegno.
Ha scritto e prodotto “Bottiglie privè”, uno dei brani più iconici del repertorio di Sfera Ebbasta.
Tra le collaborazioni artistiche ci sono quelle con Geolier (Max D’Ambra è anche tra i musicisti che lo seguono nel tour “Dio lo sa”), Charlie Charles, Shablo, Enzo Dong e Clementino, Enzo Avitabile.
- Compositore, paroliere, produttore musicale, ha composto musiche, scritto testi e curato l’arrangiamento di tanti dischi.
Ha diretto l’orchestra di Sanremo 2024 per il brano di Geolier “I pe me tu pe te” (singolo che ha conquistato 5 Dischi di Platino) e suonato piano e tastiere nel disco di Geolier “Dio lo sa” (Disco di Platino), curando anche la direzione musicale del tour.
Nipote d’arte, segue Gigi D’Alessio in tutti i tour, suonando piano e tastiere. Il suo nome è in quasi tutta la discografia di Gigi, compreso l’ultimo album “Fra”, co-prodotto con Max D’Ambra e Andriano Pennino, che contiene featuring con Elodie, Alessandra Amoroso, Ernia, Guè Pequegno, Geolier, Clementino, LDA. Compare in tutta la discografia di LDA e ha diretto l’orchestra di Sanremo 2023 per il brano “Se poi domani” (singolo Disco d’Oro).
Ha curato la direzione musicale e tutta la discografia di Rosario Miraggio. Vanta collaborazioni in studio con musicisti e produttori importanti: Michael Thompson, Alfredo Golino, Pino Palladino, Cesare Chiodo, D-Whale, Michelangelo, Dat Boy Dee, Poison Beatz.
- Negli anni ’80 l’incontro con Gino Paoli e l’inizio di una lunga collaborazione come pianista e come arrangiatore. A partire dagli anni ’90 collabora con Pino Daniele. E, poi, ancora, tra gli altri, con Roberto Murolo, Ornella Vanoni, Giorgia, Lina Sastri, Niccolò Fabi, Franco Califano, Gianni Morandi, Enzo Gagnaniello, Audio 2, Nicky Nicolai, Alessandra Amoroso, Marcella e Gianni Bella, Zeroassoluto, Bianca Atzei, Alex Britti, Arisa, Massimo Ranieri, Sal Da Vinci, Renato Zero del quale ha prodotto il volume 2 del triplo Album Zero70. Nel 2000 inizia l’intensa collaborazione con Gigi D’Alessio, per il quale produce e arrangia tutti gli album.
Ha più volte diretto l’Orchestra del Festival di Sanremo e ha diretto la London Simphony Orchestra, la Czech National Simphony Orchestra di Praga, l’Orchestra Katayama di Los Angeles, la Dimi Orchestra di Roma, l’Orchestra dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, Budapest Art Orchestra, Bulgarian Radio Simphony Orchestra cercando sempre una contaminazione tra sonorità elettroniche d’avanguardia e le timbriche classiche dei suoni di orchestra.
Due ultimi grandi exploit: il suo progetto “Turnà” con Partenope, rielaborazione di grandi classici della canzone napoletana dal ’900 ai giorni nostri acclamato dalla critica più autorevole; e il tormentone dell’estate 2024 “Rossetto e caffè” con lo stesso Sal Da Vinci.
- Artista immensa, donna libera e sognatrice, ironica e poetica, figlia adottiva della nostra città, a cui ha giurato amore eterno. Per quella straordinaria versione di “Vasame” di Enzo Gragnaniello, colonna sonora della “Napoli velata” di Ferzan Ozpetek e per il singolo “Ortica”, una poesia che lei ha scritto e conservato per tanto tempo e ha cantato in napoletano e italiano su musiche composte dal maestro Adriano Pennino. Per la sua meravigliosa “La Notte” cantata con Gigi D’Alessio in piazza Plebiscito e, qualche anno prima, con Massimo Ranieri. Per aver scelto Pino Daniele tra i suoi maestri di vita: «Con la sua musica mi ha insegnato la leggerezza».
- Chitarrista compositore, arrangiatore, paroliere, cantautore, produttore discografico, direttore d’orchestra: Gaetano “Totò” Savio è un napoletano che ha reso e rende orgogliosa la sua terra.
Inizia a suonare la chitarra come autodidatta all’età di 6 anni e a 16 anni viene scelto come chitarrista nel quartetto di Marino Marini, con cui suona in tutta Italia dove ottiene un grande successo e in Francia, dove conosce la moglie Jacqueline. Suona in tournée internazionali con artisti di fama mondiale, tra cui Ella Fitzgerald, Nat King Cole, Jerry Lewis. Successivamente torna in Italia e, con Jacqueline, forma il suo nuovo gruppo: Jacqueline e Totò Savio.
Nel 1966 firma il suo primo grande successo discografico, “Cuore matto” per Little Tony. Nel 1970 vince Canzonissima con “Vent’anni”, cantata da Massimo Ranieri, per il quale scriverà anche “Erba di casa mia” e “Se bruciasse la città”. È autore di “Lady Barbara” per Renato dei profeti, “L’ultimo amico va via” per Franco Califano, “Perché ti amo”, vincitrice del disco per l’estate del 1973 e cantata dai Camaleonti, “Miele” per il Giardino dei Semplici che scopre e produce, così come Michele Zarrillo di “Una rosa blu”. Ha scritto per Milva, Ornella Vanoni, Orietta Berti, Caterina Caselli. È stato il produttore di Loretta Goggi, per la quale ha scritto tantissimo e ha firmato il successo mondiale “Maledetta primavera”. Totò ha venduto oltre 100 milioni di dischi nel mondo, ottenendo anche un disco di platino proprio per “Maledetta primavera”, ritirato dalla moglie Jacqueline.
Ma l’eclettismo e il grande genio di Totò sono davvero incontenibili e, così, agli inizi degli anni ’70, insieme a Daniele Pace, Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, fonda gli Squallor, per i quali ha scritto tutte le musiche e gli arrangiamenti e donato la sua splendida voce di cantante. Gli Squallor hanno rappresentato una rivoluzione nel mondo della musica, contro le censure e il perbenismo dell’epoca, esprimendo una profonda critica della società del tempo con ironia e comicità.
Grazie Totò, grazie Gaetano Savio, per il tuo straordinario contributo alla musica e alla cultura, a Napoli, tua amata città natale, in Italia e nel mondo.
- Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, Carlo Morelli ha donato a Napoli il suo coro. Con la geniale ideazione e creazione di That’s Napoli Live Show ha dato vita a un incredibile spettacolo di mash up dove la canzone napoletana si incrocia con hit internazionali e la sua direzione del coro diventa uno spettacolo nello spettacolo. Coro che il Maestro Carlo Morelli porta in giro in Italia e nel mondo, mostrando e diffondendo la grande arte canora e musicale di Napoli, che attinge al passato dando vita a sinfonie contemporanee e originali.
Per aver accettato l’incarico e aver portato a termine l’impegno di restaurare e ristrutturare la Monumentale Chiesa di San Potito, gioiello che custodisce opere arte, e averla restituita alla città, aprendola a visite guidate gratuite e a eventi culturali.
Per la sua idea di creare a Napoli un’Accademia delle performing art, nella convinzione che un artista debba avere una formazione completa e che la nostra città sia capace di dare agli artisti che nascono e crescono qua una genialità di cui bisogna avere cura.
- Per la potenza artistica e la capacità naturale di Valeria Corvino di dar vita a opere d’arte di grande valore che hanno affascinato il mondo, portando la bellezza della collezione Magma, con i suoi corpi statuari avvolti nei drappi, e la fragilità ipnotica di Marilyn, oltre che nei principali musei di Napoli, a Siracusa, più volte a Milano e Roma ma anche a Miami, Shangai e Berlino.
Un’artista napoletana che è diventa internazionale, entrando non solo negli spazi espositivi e neu musei ma anche in teatro, dove ha realizzato le scenografie di “Tristano e Isotta”, di “Sigfrido” e del “Crepuscolo degli dei” di Wagner al Teatro dell’Opera a Sofia (Bulgaria).
Napoli l’ha nutrita con la sua storia e la sua arte e lei le ha restituito la grande bellezza che ha poi donato al mondo. La sensibilità e l’unicità di Valeria Corvino hanno affascinato grandi personaggi come Aldo Masullo che di lei diceva “fa sentire nella bellezza dell’apparire l’essere della salute” e Renato Zero che per la copertina di “Presente Zeronove tour” sceglie una sua Marylin e poi le affida la realizzazione della copertina dell’album “Zerosettanta”. Renato Zero ha poi ispirato l’arte di Valeria Corvino che ha dipinto “ZeroNero” in edizione limitata: un Renato di oggi e un Renato di ieri che si guardano negli occhi. L’arte di Valeria Corvino è un incanto unico.
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