Vetrina Vesuvio

venerdì 12 dicembre 2025

Un abito da sposa per non dimenticare. | Gianni Molaro trasforma 1000 proiettili in un messaggio universale di pace

Un abito da sposa per non dimenticare: è quello voluto da Federica Colantuono, la giovane napoletana del Vomero Alto che il 13 dicembre alle 15.30 convolerà a nozze con Emanuele Femiano nella Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio di Capodimonte a Napoli.

La sposa, incinta al settimo mese di un maschietto, ha scelto infatti di andare all’altare con un velo che racconti la parte più importante della sua vita: due morti violente che hanno distrutto la sua famiglia.

Il fratello della mamma di Federica, Francesco Della Corte, metronotte di 51 anni aggredito nel 2018 da tre ragazzi che gli volevano rubare la pistola: il vigilante rimase trenta minuti da solo in un lago di sangue prima di essere trasportato al Cardarelli. Le ferite che questi minori gli avevano procurato erano però devastanti. Una volta in ospedale, Francesco rimane in coma farmacologico fino al giorno in cui esala l’ultimo respiro, alle 3:30 del 16 marzo 2018.

A seguito di questo evento la famiglia di Federica ha costituito anche un’associazione per la legalità che si chiama “Progetto Franco”, in ricordo dell’uomo.

La nipote dello sposo, Emiliana Femiano, è stata a sua volta uccisa in un noto caso di femminicidio il 22 novembre 2010 a Terracina dall’ex compagno, già condannato per un precedente tentato omicidio della ragazza. Venne ritrovata in una pozza di sangue, con il volto sfigurato dai colpi e il corpo martoriato da decine di fendenti, inferti con violenza inaudita. La ragazza ha pagato con la vita il gesto azzardato di aver incontrato di nuovo il suo ex convivente, che un anno prima, a Napoli, l’aveva già accoltellata.

Una storia a dir poco difficile, che andava “raccontata” con maestria e delicatezza. Doti che non mancano a Gianni Molaro, stilista campano con atelier a Napoli e a Roma. Per lei, Molaro ha ideato e fatto realizzare un velo con mille proiettili in bronzo con catena nera.

Al centro del velo Molaro ha disegnato un orsacchiotto ricamato anch’esso con proiettili e ricami di cristalli trasparenti, un richiamo all’imminente nascita che attende la famiglia che si sta formando.

L’abito è trasformabile: doveva essere una sirena con un gonnellone in mikado che poi avrebbe tolto in villa per restare solo con il prezioso abito dalla linea sirena, invece è stato realizzato un abito, sì prezioso ricamato con migliaia di cristalli, ma dalla linea morbida e sempre con gonnellone che è stato a questo punto modificato con un cinturino leggermente sagomato verso l’alto che parte da sotto il seno creando una linea dallo stile impero.

Il velo ricamato con cristalli è stato quindi ricamato, su proposta di Molaro, con l’orsacchiotto ed i proiettili che ovviamente sono finti.

Tra le curiosità, per acquistarli su Amazon è stato necessario procedere con diversi account in quanto per problemi di sicurezza il portale non consentiva di acquistarne più di 300 ad utenza.

“Il nostro, mio e di Federica – spiega Molaro – sarà un No alla violenza intesa a 360 gradi, dalle guerre agli omicidi. Una sfida difficile che ho raccolto con passione, per la quale ho fatto lavorare per diverse settimane le mie sarte che sono state a loro volta entusiaste di poter far parte di questo progetto. Per noi non si tratta di un abito da sposa in più, ma della condivisione di un ideale di pace e siamo felici che la famiglia di Federica ci abbia dato la possibilità di poter trasformare in artigianato le sue emozioni” - Gianni Molaro è stato definito più volte lo stilista dei record. La prima volta, nel 1993, quando realizzò un velo di 326,70 metri. L’esperienza venne ripetuta con un abito da sposa di dodici metri di diametro e infine raggiunse un altro primato con l’abito più prezioso, tempestato da settemila diamanti veri.  Gianni Molaro - MILLE PROIETTILI SU UN VELO DA SPOSA!!!

’Ncantesimo — La mostra fotografica di Camilla Calato

’Ncantesimo è un percorso visivo che nasce da un sentimento semplice e potentissimo: il sentirsi a casa.


Un’emozione che per ognuno di noi assume forme diverse — un luogo, una persona, una memoria, un odore — e che non è solo fisica, ma avvolgente, rassicurante, capace di riportarci a una felicità istintiva.

Per Camilla Calato, questo sentimento ha un nome preciso: Napoli.

Origini e identità

Nata al Nord da genitori napoletani, Camilla ha trascorso gran parte della sua vita lontano dalla città dei suoi. Eppure, il legame con Napoli non l’ha mai abbandonata.

Da bambina, durante le visite ai nonni, si lasciava guidare per le strade calde e allegre della città, osservando tutto con curiosità: i colori, i profumi, il dialetto, i volti scuri e i capelli ricci che le somigliavano e che la facevano sentire, finalmente, parte di qualcosa.

Napoli era il luogo in cui ritrovava i racconti del nonno, le melodie familiari, i sapori che riconosceva senza pensarci. Era casa.

Il ritorno e la fotografia

Quattro anni fa Camilla torna a Napoli, e quella sensazione si riaffaccia più intensa che mai. La città la accoglie come se non fosse mai partita.

Inizia un corso di Camera Oscura e, passeggiando tra vicoli e piazze per portare a sviluppare i rullini, comprende che la cosa più naturale è raccontare quel ritorno proprio attraverso la sua macchina analogica.

Ogni fotografia stampata in Camera Oscura rendeva la “magia” più concreta, più viva.

Parole, immagini e memoria

In quel periodo Camilla scopre un libro di poesie d’amore di Totò e inizia a collezionare cartoline trovate alle bancarelle di Piazza Dante: vedute di Napoli, ritratti che ricordavano i volti della sua famiglia.

Quasi per gioco, un pomeriggio inizia a ritagliare frasi, incollarle accanto alle immagini, creare connessioni.

Nasce così un racconto fatto di epoche che si sovrappongono, di realtà vissute e immaginate, di cammini solitari nei vicoli che diventano memoria collettiva.

La mostra — ’Ncantesimo

’Ncantesimo prende forma in una serie di collages e fotografie analogiche che costruiscono un racconto a capitoli: un intreccio tra passato, presente e futuro.

Nel 2023 diventa un libro d’artista, pubblicato poi in una doppia edizione nel 2024 e nel 2025.

È un omaggio a quel sentimento universale che tutti riconosciamo quando, nel profondo, ci sentiamo finalmente a casa. - Camilla Calato - Camilla Calato Photography

Mostra "Napoli Explosion" di Mario Amura, a cura di Sylvain Bellenger | CTE Napoli - Infiniti Mondi - Napoli Innovation City / Evento finale

Il progetto “Casa delle Tecnologie Emergenti di Napoli - Infiniti Mondi - Napoli Innovation City”, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di cui è capofila il Comune di Napoli, sta per concludere la prima fase delle proprie attività.

L’iniziativa, nata dalla collaborazione con importanti realtà accademiche, di ricerca e imprenditoriali del territorio, sostiene l’innovazione nel comparto delle industrie culturali e creative e nel tessuto artigiano cittadino.

L’evento finale, che si terrà lunedì 15 dicembre alle ore 10:00 presso il Real Albergo dei Poveri.

Sarà l’occasione per condividere i risultati raggiunti, frutto di tre anni di innovazione, sperimentazione e lavoro condiviso, e allo stesso tempo, aprire lo sguardo verso il futuro.

Nel corso della giornata inaugureremo la mostra Napoli Explosion, dell’artista Mario Amura, e la nuova area espositiva del Real Albergo dei Poveri, restaurata grazie al sostegno del Ministero della Cultura e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per la prima volta restituita alla città.

La mostra "Napoli Explosion" di Mario Amura, a cura di Sylvain Bellenger, rappresenta un ponte ideale tra arte, tecnologia e partecipazione collettiva, perfetto filo rosso per la chiusura di Infiniti Mondi.

L’esposizione nasce dal progetto artistico che da oltre quattordici anni vede Amura immortalare, dalla cima del Monte Faito, l’esplosione di luci e colori del Capodanno napoletano: un rito collettivo che trasforma il timore del Vesuvio in energia vitale.

L’allestimento al Real Albergo dei Poveri immerge il visitatore in un’atmosfera “rosso fuoco”, evocando una Napoli sospesa tra mito e futuro, tra vulcano e supernova.

Con la nuova esperienza immersiva NYA – Now Your Art, il pubblico potrà vivere in realtà virtuale l’emozione del Capodanno dal Faito, scattando foto virtuali personalizzate.

La mostra conclude il percorso culturale per i 2500 anni della nostra storia, con il patrocinio di Napoli 2500, iniziativa del Comune di Napoli dedicata alla celebrazione dei 2500 anni della città.

giovedì 11 dicembre 2025

“Sacro Sud”, il festival diretto da Enzo Avitabile in programma in 4 chiese della città di Napoli, dal 13 dicembre 2025 al 5 gennaio 2026

Si inizia con “Flamenco Sacro” dei fratelli Carlos e Curro Piñana, tra gli ospiti Balanescu Quartet, Ernst Reijseger, Ramin Bahrami e Massimo Mercelli, oltre allo stesso Avitabile.

Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con “Sacro Sud”, il festival diretto da Enzo Avitabile in programma in 4 chiese della città di Napoli, dal 13 dicembre 2025 al 5 gennaio 2026. Dal centro storico alla periferia, dalle chiese di Santa Maria Donnaregina Nuova e Sant’Anna dei Lombardi alla Basilica di San Pietro ad Aram, fino alla Chiesa di San Giovanni Battista a San Giovanni a Teduccio.

Promosso e finanziato dal Comune di Napoli nell’ambito del Natale a Napoli 2025 e del progetto Napoli Città della Musica , il festival “Sacro Sud” – ideato e prodotto da Andrea Aragosa e Mario Aragosa per Black Tarantella –  presenta 6 concerti a ingresso gratuito con artisti italiani e internazionali. Un viaggio musicale con al centro Napoli e il Mediterraneo, che conduce anche in Spagna, nell’Est Europa e nell’antica Persia, ispirato dalle musiche popolari, sacre e devozionali del mondo.

«Sacro Sud è un evento dedicato alla scoperta della spiritualità nelle diverse culture che ci circondano – dichiara Enzo Avitabile. Attraverso musiche sacre e devozionali, preghiere laiche e canti randagi, tradizioni antiche e sonorità nuove celebriamo la connessione profonda tra la musica e la trascendenza, tra il cuore e l’anima».

Ad inaugurare la sesta edizione di Sacro Sud,  sabato 13 dicembre alle ore 20 sarà lo spettacolo “Flamenco Sacro”. In scena alla Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova i fratelli Carlos Piñana (chitarra) e Curro Piñana (canto) eseguiranno brani musicali tratti dalla loro messa flamenca e altri canti natalizi della tradizione spagnola, accompagnati dal ritmo del percussionista Miguel Ángel Orengo e dalla magia della danza di Daniel Valera. Una celebrazione ricca di passione e sentimento  che vede protagonisti i celebri flamenguisti di Cartagena, discendenti del grande Antonio Piñana.

Lunedì 15 dicembre alle ore 19, il secondo appuntamento del festival vede protagonista lo stesso Enzo Avitabile. Il compositore e cantautore partenopeo presenta nella Chiesa di San Giovanni Battista, a San Giovanni a Teduccio, uno dei suoi progetti più acclamati: “Sacro Sud”. Lo spettacolo che è anche il titolo della rassegna e di un album del 2006, rappresenta un viaggio interiore alla ricerca delle radici della spiritualità. Un concerto acustico che parte dai suoni antichi e arriva a Marianella, piccolo borgo in periferia di Napoli che diede i natali a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il più napoletano dei santi e il più santo dei napoletani.

Venerdì 19 dicembre alle ore 20 si ritorna nella alla Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova con l’esibizione del Balanescu Quartet. Fondato alla fine degli anni ’80 dal violinista rumeno Alexander Bălănescu, l’ensemble ricrea il classico quartetto d’archi, adattando la forma tradizionale della formazione ad un repertorio il più possibile ampio e variegato. Un crossover che fonde la musica popolare dell’Europa dell’Est con sonorità contemporanee. Sul palco, insieme al violinista, mente creativa e compositore del gruppo Yuri Kalnits (secondo violino), Una Palliser (viola) e Nick Holland (violoncello).

Oltre alla musica dal vivo è in cartellone anche un incontro  a Palazzo Cavalcanti (sabato 20 dicembre alle ore 18) con Enzo Avitabile e il suo produttore Andrea Aragosa, dal titolo “Le Musiche della Musica”. Un momento di riflessione e condivisione sul valore profondo dell’arte musicale, un dialogo dove tradizione, ricerca e visione si intrecciano.

Lunedì 22 dicembre alle ore 20, invece, la Sacrestia del Vasari nella Chiesa Sant’Anna dei Lombardi accoglie il violoncellista, compositore e performer olandese Ernst Reijseger. Dal vivo presenta un concerto solista che unisce musica classica, sperimentazione e brani originali composti per le colonne sonore dei film di Werner Herzog. Nelle sue esibizioni live, caratterizzate da una grande musicalità e teatralità, Reijseger unisce maestria tecnica e un approccio innovativo che esplora le capacità del suo strumento in modo non convenzionale.

Sabato 27 dicembre 2025 (ore 20) alla Basilica di San Pietro ad Aram torna in scena Enzo Avitabile per presentare la sua ultima produzione live: “Santa Rivoluzione”. Un concerto acustico che vede il compositore e cantautore partenopeo al centro della scena accompagnato dalla con la chitarra di Gianluigi Di Fenza, le percussioni di Emidio Ausiello e la zampogna di Christian Di Fiore. Il titolo “Santa Rivoluzione” richiama una dimensione spirituale e di trasformazione, legata al messaggio che da sempre Avitabile trasmette con la sua musica. La parola, il suono, il gesto e la danza, prendono forma in questo nuovo progetto che racchiude nello stesso scrigno elementi devozionali, canti di sentimento, suoni popolari e contaminazioni contemporanee.

A chiudere la sesta edizione di Sacro Sud, lunedì 5 gennaio 2026 alle ore 20 alla Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova, sarà il duo Ramin Bahrami – Massimo Mercelli. Il pianista iraniano, considerato uno dei più interessanti interpreti di Bach, dialoga con Mercelli, flautista di fama internazionale, noto per il suo virtuosismo e la tecnica impeccabile, dando vita a un duo cameristico che incarna la massima interazione musicale. Dal vivo eseguiranno musiche di Johann Sebastian Bach, di Carl Philipp Emanuel Bach e “Yamamoto Perpetuo” di Michael Nyman, il nuovo brano appositamente composto e dedicato al duo.

Tutti i concerti in programma sono ad ingresso gratuito, con prenotazione su Eventbrite, fino ad esaurimento posti.  - Enzo Avitabile (Official)

martedì 9 dicembre 2025

Napoli | “La luna è una mujer – Voci, canti e leggende di donne, sirene e monacielli di Napoli, tra terra e mare” | Teatro Bolivar

Domenica 14 dicembre 2025, alle ore 19.00 (in replica in matinée lunedì e martedì 15-16 dicembre ore 10.30), al Teatro Bolivar (Via Bartolomeo Caracciolo, 30), diretto da Nu’Tracks, sarà di scena “La luna è una mujer – Voci, canti e leggende di donne, sirene e monacielli di Napoli, tra terra e mare”, un’opera musicale crossmediale di Maria Angela Robustelli, che firma progetto, drammaturgia e regia, prodotto da OTP - obece teatro project, compagnia nazionale, e sostenuto da Scabec e Regione Campania. Nello spettacolo, la musica dal vivo, canzoni e danze popolari, video narrazioni, lingua, cultura napoletana e antica tradizione popolare, contribuiranno a celebrare Napoli a 2500 anni dalla sua nascita, sottolineando la contemporaneità e l’essenza magica senza tempo di cui è fatta.

A dar vita, in scena, all’allestimento, saranno, insieme a Maria Angela Robustelli, Marianna Robustelli, il Maestro Salvatore Torregrossa (compositore delle musiche originali e polistrumentista), Pietro Juliano, Rosalba Alfano, Silvia Pignataro, Rosalba De Rosa, Federica Avallone e Sara Della Torre. Lo spettacolo, della durata di 1h20’, fonde teatro, musica dal vivo, danza popolare e video-narrazione in un format transmediale che restituisce un ritratto contemporaneo del mito di Neapolis.

«Napoli è una città-donna – spiega la regista Maria Angela Robustelli - un corpo vivo che si racconta attraverso frammenti di memoria: aria, acqua, fuoco e terra. Le sirene sono le nostre narratrici, le custodi delle sue ferite e della sua forza. Volevamo riportare in scena la Napoli invisibile – continua Robustelli – quella fatta di voci, di riti e di figure mitiche che ancora oggi abitano l’immaginario collettivo». 

Lo spettacolo affonda le radici nelle leggende raccolte da Matilde Serao e ambientate tra i Campi Flegrei, le coste partenopee e i luoghi simbolo della città. A partire dalla sua origine mitica, legata alla leggenda di una sirena che si sacrifica per un amore non corrisposto e al culto a lei dedicato. “La Luna è una mujer” passa attraverso questo piano narrativo, rintracciandone le origini mistiche ed antropologiche nei luoghi emblematici della città, nei culti popolari, nel susseguirsi delle stagioni e dei cicli lunari, solcando le acque di un mare universale in cui la figura femminile è sempre più spaccata a metà. Una metà mancante, sottratta. Lo spettacolo passa in rassegna canti popolari, danze tarantolate, racconti antichi di tradizione aurale, e personaggi emblematici di figure esoteriche, di pescatori, vergini e madonne legate a Napoli e al suo mare. Così, Partenope, la Mamma Schiavona, Michelemmà, ‘o Munaciell, Caterinella, la Llorona, Coletta di Porta Medina, si scopriranno legate da un fil rouge che le unisce alle origini della città, ai suoi misteri, ai suoi luoghi, alla sua musica. Questa creazione nasce inoltre da una ricerca sulla contaminazione sonora che fa dei ritmi della tarantella, della tammurriata e della pizzica tarantata, missati alla musica elettronica, un portale da varcare per indurre la trans dei personaggi che si scopriranno così capaci di raccontare Neapolis anche attraverso vibrazioni sonore ancestrali e allo stesso tempo molto attuali.

Questo spettacolo rientra inoltre in un progetto di teatro partecipato e formazione che coinvolge le scuole campane di primo e secondo grado, attraverso la partecipazione all’evento dal vivo e ad un laboratorio di approfondimento in classe, successivo allo spettacolo, dedicato alle leggende legate ai luoghi simbolo della città e ai testi di Matilde Serao, documentando con interviste e video finali sull’attività, in cui studenti e docenti restituiranno l’esperienza vissuta e i legami tra mito, educazione sentimentale e identità del territorio. Ogni scuola partecipante sarà presente sul portale dedicato LA LUNA È UNA MUJER ’25, tramite brevi teaser pubblicati su www.obeceteatroproject.com, sui canali social dell’organizzazione e di SCABEC.


domenica 7 dicembre 2025

La Natività a grandezza naturale in piazza Municipio fino all'8 gennaio 2026

In piazza Municipio, è stata inaugurata la Natività a grandezza naturale realizzata dagli artigiani di San Gregorio Armeno, un’opera unica che celebra la grande tradizione presepiale napoletana.
La cerimonia, aperta dalla benedizione di Monsignor Gennaro Matino si è svolta alla presenza del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dell’assessora al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli, Teresa Armato, del prefetto Michele di Bari, di Valter De Bartolomeis, dirigente scolastico istituto Caselli-Palizzi, del presidente dell’associazione delle Botteghe di San Gregorio Armeno, Vincenzo Capuano, e di Antonio Lucidi, vicepresidente L’Altra Napoli, assieme a tutti gli altri artigiani che hanno contribuito all’opera. 
La Natività resterà visibile al pubblico in piazza Municipio fino all’8 gennaio 2026.
Il progetto è stato realizzato dall’associazione delle Botteghe di San Gregorio Armeno APS, che riunisce la quasi totalità dei maestri artigiani della celebre via del centro storico, con la partecipazione attiva di altre realtà artigiane cittadine: i maestri sarti dell’associazione Le Mani di Napoli hanno realizzato le vestiture della Sacra Famiglia e le associazioni dei Maestri Ceramisti hanno prodotto le anfore e gli elementi ceramici della scena. I doni esposti sono opera degli artigiani del Borgo Orefici e dei maestri ceramisti, in collaborazione con l’Istituto Palizzi.
Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli: «Con questa Natività a grandezza naturale celebriamo una delle tradizioni più autentiche della nostra città, frutto del talento e della creatività degli artigiani di San Gregorio Armeno e di altre eccellenze napoletane. È un’opera che unisce arte, cultura e identità, e che offrirà a cittadini e visitatori un simbolo forte del Natale napoletano, capace di valorizzare il nostro patrimonio e di attrarre turismo in un periodo così significativo».
«Come l’anno scorso proponiamo in piazza uno dei simboli più suggestivi del Natale, frutto della collaborazione tra i nostri artigiani, che hanno riprodotto lo stile della nostra scuola del Settecento a beneficio di tanti napoletani e che diventa un potente attrattore turistico per chi viene a visitare la città», sottolinea l’assessora al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli Teresa Armato.
La Natività, realizzata secondo lo stile presepiale settecentesco, presenta figure a grandezza naturale con anima impagliata, occhi in vetro, testa, mani e piedi in legno, abiti sartoriali confezionati dall’associazione Le Mani di Napoli. Le tre figure principali, insieme all’angelo, sono racchiuse in una scarabattola in legno e vetro, che consente la fruizione dell’opera da ogni lato. L’esposizione della Sacra Famiglia in piazza Municipio riflette l’esigenza di dar vita a un’iniziativa capace di testimoniare il profondo rapporto fra l’arte presepiale napoletana e la città: la Natività a grandezza naturale si trova al centro della piazza, in modo che sia collocata quale baricentro fra palazzo San Giacomo, il Castel Nuovo, e il porto, avendo di fronte la grandiosa e magica incombenza del Vesuvio.

sabato 6 dicembre 2025

Antonio D’Addio - “Un Tris di Regine” | Armando De Nigris Editore

In distribuzione dallo scorso 27 ottobre “Un Tris di Regine”, la prima fatica letteraria di Antonio D’Addio, napoletano, docente di Materie Letterarie, Latino e Greco presso il Liceo Statale Gandhi di Casoria, giornalista, autore, conduttore televisivo e radiofonico, grande conoscitore di cultura, spettacolo e canzoni napoletane, esperto di canzone classica, moderna e neomelodica partenopea in tutte le sue sfumature. 

L’autore si è concentrato su tre donne, tre voci, tre destini incrociati, che hanno scritto la storia della canzone classica napoletana: Gilda Mignonette, regina degli emigranti, la prima a portare oltreoceano il cuore di Napoli, Elvira Donnarumma, sciantosa ribelle, simbolo della Belle Époque partenopea e Ria Rosa, pioniera del femminismo in musica, che trasformò il canto in strumento di protesta e di emancipazione. Nel testo si intrecciano arte, memoria e vita, restituendo i ritratti intensi di tre icone musicali che hanno reso universale la tradizione partenopea. 

Un viaggio tra palcoscenici, passioni e battaglie sociali, dove Napoli diventa voce del mondo. Emigrazione, varietà e tematiche sociali si intersecano nella vita di queste tre figure femminili, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura canora mondiale diventando dei veri e propri punti di riferimento per tutti gli amanti della melodia popolare partenopea. 

Un’occasione anche per far conoscere alle nuove generazioni delle artiste uniche, coraggiose e libere, che hanno dato tutte se stesse per contrastare lo strapotere maschile. Il libro è disponibile in tutte le librerie, sulle piattaforme online (Amazon, Ibs…) e sul sito della casa editrice Armando De Nigris Editore. Il libro già è stato presentato in varie occasioni: Campania Libri Festival, Villa Egle a Casoria, Libreria Mondadori a Pomigliano d’Arco, Gran Caffè Gambrinus, Radio Marte e Attenti al Lucio e prossimamente sarà oggetto di uno spazio al TG3 Campania e a Canale 9 nel programma di Silvana Di Martino, “Mattina in Salute”. Comunicato Stampa