Insieme a quello del 19 Settembre 81 (festa di San Gennare) in Piazza del Plebiscito, il concerto allo Stadio San Paolo di Napoli nel 1998 è sicuramente tra i più importanti e significativi della carriera di Pino Daniele.
- Lele Melotti (batteria)
- Jimmy Earl (basso)
- Hossam Ramzky (percussioni)
- Rachel Z (tastiere)
- Fabio Massimo Colasanti (chitarra e computer programming)
Un concerto con nessuna diretta televisiva e radiofonica, due ospiti (Jovanotti e Raiz) e una band internazionale che accompagnava il mascalzone latino sul mega palco montato davanti alla curva «B».
LA BAND
La band di musicisti che suona con Pino in questo concerto è formata da:- Lele Melotti (batteria)
- Jimmy Earl (basso)
- Hossam Ramzky (percussioni)
- Rachel Z (tastiere)
- Fabio Massimo Colasanti (chitarra e computer programming)
LETTERA ALLA CITTA'
Pino scrive, per "presentare" l'evento del San Paolo, una "Lettera alla città", pubblicata su "Il Mattino" il giorno stesso del concerto.
Lettera Alla Città: Ricomincio Da Napoli
Yes I know my way. E la strada non poteva che passare di qui, prima di voltare pagina, di cambiare rotta, di entrare davvero, come tutti noi, in Europa. Il San Paolo era una sfida, a riempirlo da solo non c'è riuscito mai nessuno, ma, nonostante l'emozione e la tensione, si è trasformato in una grande festa. Dicevamo della mia strada, della direzione che prenderò, ripartendo stanotte, a show finito, da Napoli, la mia Napoli. In fondo io sono un napoletano fuori sede, un napoletano cosmopolita, uno di quei napoletani che hanno visto la vecchia città e non la rimpiangono, che sperano di vedere la nuova città, un'altra città che conservi il meglio di un passato che è stato anche glorioso ma non solo, non soprattutto. L'Europa, e anche l'Africa, allora. In Europa voglio entrare con le mie
canzoni, melodie che affondano le radici in una tradizione antichissima, ma non vogliono chiudersi nel ghetto, sono orgogliose delle proprie origini, ma anche disposte al confronto con le altre culture, alla contaminazione. Napoli è terra di conquistatori, conquistati a loro volta dalla nostra indole, dalla nostra fantasia. E' una Napoli che si affaccia al Mediterraneo quella che vorrei contribuire a portare in Europa, sottolineando il suo compito, il suo destino, la sua importanza strategica, anche se li turchi non sbarcano più alla marina, ma… E poi l'Africa: in gennaio parto per l'Egitto, per il Mali. Con me ci saranno Fabio Massimo Colasanti e Hossam Ramzky, due delle colonne della band di stasera, due dei miei più importanti collaboratori: l'uomo del computer e l'uomo dei tamburi.
Andremo alla ricerca di suoni da catturare, di emozioni a cui lasciarci andare, di suoni da trasformare. Eccolo il tragitto Napoli-Europa-Mediterraneo-Africa. Eccoli i miei compagni di viaggio, i miei amici, gente come Jovanotti e Raiss, gente che parla il linguaggio, anzi i linguaggi di questa fine millennio. Yes I know my way: la strada di una canzone nuova, sempre più latina, forse più semplice e popolare di vent'anni fa, forse improvvisamente disposta ad incontrarsi con un quintetto d'archi, come succederà nel progetto per il centenario della nascita di Eduardo De Filippo. Conosco la mia strada? Si fa per dire, so bene da dove parte, sono qui, siamo qui. Ma non so, come tutti noi, dove arriverò, dove arriveremo. Intanto, assieme a voi, ho un pugno, eh forse qualcosa di più, di canzoni
da intonare. Canzoni che hanno vent'anni, canzoni che hanno pochi mesi. Canzoni che ho cantato centinaia di volte, canzoni al loro debutto in versione dal vivo. Canzoni in dialetto, canzoni in italiano, canzoni in quello slang anglopartenopeo che uso sempre di meno, perché anche gli scugnizzi dei vicoli dove sono nato stanno imparando a parlare in inglese. Canzoni dimenticate e canzoni che sono diventate inni, che qualcuno vuole persino aggiungere al novero dei classici napoletani. Trattasi di canzonette: solo per questo siamo qui, senza nessuna diretta televisiva o radiofonica. Nessuna polemica, nessuno snobismo, è il mio mestiere, quello che so e che voglio fare. Canzoni da cantare, forse anche canzoni con cui parlare, in un sogno di una notte di mezza estate. Per raccontarci i desideri
di quei ragazzi che inseguivano una rivoluzione che non c'è stata, ma non hanno perso i sogni negli occhi, non si vergognano di inseguire un'utopia, che si chiami amore, o una società più giusta. Oggi il mio sogno è questo stadio pieno di amore senza fine, di gente che mi ha seguito dall'inizio e di ragazzi nati dieci anni dopo " Napule è ". Napule è anche questo, sono anche io, siete anche voi. Stateve buono guaglio'. FONTE: mascalzonelatino.altervista.org
Pino Daniele
Nel 1998 Pino Daniele pubblica la sua prima raccolta ufficiale, lanciato nelle radio dal singolo "Amore senza fine".
Pino scrive, per "presentare" l'evento del San Paolo, una "Lettera alla città", pubblicata su "Il Mattino" il giorno stesso del concerto.
Lettera Alla Città: Ricomincio Da Napoli
Yes I know my way. E la strada non poteva che passare di qui, prima di voltare pagina, di cambiare rotta, di entrare davvero, come tutti noi, in Europa. Il San Paolo era una sfida, a riempirlo da solo non c'è riuscito mai nessuno, ma, nonostante l'emozione e la tensione, si è trasformato in una grande festa. Dicevamo della mia strada, della direzione che prenderò, ripartendo stanotte, a show finito, da Napoli, la mia Napoli. In fondo io sono un napoletano fuori sede, un napoletano cosmopolita, uno di quei napoletani che hanno visto la vecchia città e non la rimpiangono, che sperano di vedere la nuova città, un'altra città che conservi il meglio di un passato che è stato anche glorioso ma non solo, non soprattutto. L'Europa, e anche l'Africa, allora. In Europa voglio entrare con le mie
canzoni, melodie che affondano le radici in una tradizione antichissima, ma non vogliono chiudersi nel ghetto, sono orgogliose delle proprie origini, ma anche disposte al confronto con le altre culture, alla contaminazione. Napoli è terra di conquistatori, conquistati a loro volta dalla nostra indole, dalla nostra fantasia. E' una Napoli che si affaccia al Mediterraneo quella che vorrei contribuire a portare in Europa, sottolineando il suo compito, il suo destino, la sua importanza strategica, anche se li turchi non sbarcano più alla marina, ma… E poi l'Africa: in gennaio parto per l'Egitto, per il Mali. Con me ci saranno Fabio Massimo Colasanti e Hossam Ramzky, due delle colonne della band di stasera, due dei miei più importanti collaboratori: l'uomo del computer e l'uomo dei tamburi.
Andremo alla ricerca di suoni da catturare, di emozioni a cui lasciarci andare, di suoni da trasformare. Eccolo il tragitto Napoli-Europa-Mediterraneo-Africa. Eccoli i miei compagni di viaggio, i miei amici, gente come Jovanotti e Raiss, gente che parla il linguaggio, anzi i linguaggi di questa fine millennio. Yes I know my way: la strada di una canzone nuova, sempre più latina, forse più semplice e popolare di vent'anni fa, forse improvvisamente disposta ad incontrarsi con un quintetto d'archi, come succederà nel progetto per il centenario della nascita di Eduardo De Filippo. Conosco la mia strada? Si fa per dire, so bene da dove parte, sono qui, siamo qui. Ma non so, come tutti noi, dove arriverò, dove arriveremo. Intanto, assieme a voi, ho un pugno, eh forse qualcosa di più, di canzoni
da intonare. Canzoni che hanno vent'anni, canzoni che hanno pochi mesi. Canzoni che ho cantato centinaia di volte, canzoni al loro debutto in versione dal vivo. Canzoni in dialetto, canzoni in italiano, canzoni in quello slang anglopartenopeo che uso sempre di meno, perché anche gli scugnizzi dei vicoli dove sono nato stanno imparando a parlare in inglese. Canzoni dimenticate e canzoni che sono diventate inni, che qualcuno vuole persino aggiungere al novero dei classici napoletani. Trattasi di canzonette: solo per questo siamo qui, senza nessuna diretta televisiva o radiofonica. Nessuna polemica, nessuno snobismo, è il mio mestiere, quello che so e che voglio fare. Canzoni da cantare, forse anche canzoni con cui parlare, in un sogno di una notte di mezza estate. Per raccontarci i desideri
di quei ragazzi che inseguivano una rivoluzione che non c'è stata, ma non hanno perso i sogni negli occhi, non si vergognano di inseguire un'utopia, che si chiami amore, o una società più giusta. Oggi il mio sogno è questo stadio pieno di amore senza fine, di gente che mi ha seguito dall'inizio e di ragazzi nati dieci anni dopo " Napule è ". Napule è anche questo, sono anche io, siete anche voi. Stateve buono guaglio'. FONTE: mascalzonelatino.altervista.org
Pino Daniele
Nel 1998 Pino Daniele pubblica la sua prima raccolta ufficiale, lanciato nelle radio dal singolo "Amore senza fine".
Per quell'anno, il cantautore decide di non fare nessun tour ma tiene un unico grande concerto, nella sua Napoli, per festeggiare l'uscita del suo CD "Best Of. Yes I Know My WAy"Napoli, 18 Luglio 1998
Ecco alcuni servizi di telegiornale riguardanti il memorabile concerto di Pino allo stadio San Paolo di Napoli.
Questo concerto è sicuramente tra i più importanti e significativi della carriera di Pino. Un concerto con nessuna diretta televisiva e radiofonica, due ospiti importanti (Jovanotti e Raiz) e una band internazionale che accompagnava il mascalzone latino sul mega palco montato davanti alla curva «B».
Queste le parole di Pino: "Che bellezza, sono emozionato e, visto che è una serata importante, ho messo la giacca". Pino Daniele Dove tutto ha senso c’è Sentimento
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